Film - Confessioni di una critica cinematografica

|OBBROBBRIOMOVIE| The circle - 2017

aprile 11, 2018








Nome film: The Circle
Diretto da: James Ponsoldt
Anno: 2017
Data di uscita nelle sale: 27 Aprile 2017 (IT)

Principali interpreti: 

Emma Watson
Tom Hanks
John Boyega














Mae Holland è figlia unica in una famiglia di condizioni economiche modeste. 
Suo padre è affetto da sclerosi multipla e non può permettersi le cure costose che gli sarebbero necessarie. 
Mae lavora presso un call center ed è rassegnata a un'odissea di precarietà e invisibilità sociale. 
A sorpresa, la sua amica Annie riesce invece ad assicurarle un colloquio con l'azienda futuribile per la quale lavora, The Circle, che assume cento nuovi dipendenti alla volta. 
E Mae supera il colloquio, entrando in un universo parallelo che supera ogni sua immaginazione: un campus popolato da migliaia di giovani che lavorano insieme e frequentano le attività ludiche e sportive incessantemente organizzate dai due direttori dell'azienda, Eamon Bailey e Patton Oswald.














Per la serie “Film di cui non ne sentivamo l’esigenza neanche lontanamente”: eccovi servita la recensione di The Circle, film campione di flop del 2017 ed ispirato all’omonimo libro distopico bestseller del 2013 di Dave Eggers.



A me dispiace prendere in oggetto un film e demolirlo fotogramma per fotogramma.
Seriamente.
Perché comunque è stato svolto un lavoro, per quanto approssimativo sia.
Forse scelgo male i film da vedere, forse ho aspettative troppo alte, forse le idee geniali sono proprio finite e pace.
Farò meglio ad abituarmi a questi scempi.
E voi alle mie recensioni dissacratrici.





Prima di iniziare vi dico che scriverò TUTTA la “trama” – purtroppo non ho trovato un altro aggettivo per descrivere il nulla cosmico del film – ed anche il “finale” 
(ma tanto vi anticipo che non ci ho capito nulla, quindi bene così e farò anche le mie famose supposizioni)









Ciao a tutti, sono Mae ed ho un Nokia 3310 in barba agli Iphone





Mae è una ragazza di provincia, adora fare gite in kayak in solitaria ed ha un pessimo lavoro sottopagato e non può permettersi di aiutare suo padre per curare la sclerosi.
Fin qui, più che distopico, il film sembra ambientato in Italia e non nel futuro, ma nel presente disastrato dei ragazzi senza futuro.






Vieni a lavorare a The Circle, abbiamo i biscotti ;)






Un bel giorno, però, viene contattata dalla sua amica Annie, che la invita a fare un colloquio a The Circle, una specie di colosso futuristico che ha implementato le funzionalità di Google e Facebook e fornisce gadget ipertecnologici che farebbero luccicare gli occhi a tutti i nerd senza speranza di guarigione (e che come bonus rinchiude i suoi dipendenti in una sorta di campus a mo’ di prigione dorata extralusso che Dubai, a confronto, è un quartiere povero).
La giovane, idealista, ingenua, friendzonatrice (sì, perché il suo amico d’infanzia Mercer ci prova ma lei risponde picche e fa finta di non capire) Mae verrà assunta mai?
Che domande!
Ovvio, se no il film mica si poteva sviluppare.





Che lavoro di merda, ma il 27 (giorno di paga) è uno stile di vita




La assumono con un contratto che sembra tanto uno di quelli da call-center italiani (quindi ad iper-sfruttamento) ma con la differenza sostanziale che ha uno stipendio da favola e l’assistenza sanitaria estendibile anche ai familiari (forse è un futuristico/distopico proprio per questo).






Che lavoro di merda pt.2: anche i colleghi sono deficienti -_-





In sostanza, ogni giorno deve totalizzare il 100% di feedback per la risoluzione dei problemi (che non si capisce quali siano) e deve obbligatoriamente partecipare a delle feste per i dipendenti ed aggiornare i social, questo perché “Si deve condividere tutto in questa enorme famiglia che è The Circle!!111!!!!1111!!!” (cit. i colleghi psicopatici che hanno la sindrome acuta da ficcanaso negli altrui affari).





Ma guarda quanti idioti lavorano per The Circle!





Ogni venerdì, Bailey, uno dei fondatori di The Circle, tiene una conferenza per tutti i dipendenti, e mostra le nuove tecnologie prodotte.
Ma a noi non cambia la vita sapere che ‘sto tizio con manie di grandezza ha inventato una telecamera Full HD che è grande quanto una nocciolina, si può mimetizzare ovunque e che avrà il prezzo dei pantaloni dei cinesi e chissenefrega della privacy.





CHISSENEFREGA DELLA PRIVACY!






Naturalmente Mae, che ancora tiene agli affari suoi, passa il weekend senza aggiornare i social (per la felicità dei suoi colleghi spioni) e, presa dalla disperazione che suo padre non migliora nonostante le cure, va a fare un giretto sul kayak rubato, di notte, infrangendo almeno millemila leggi e rischiando di morire per annegamento (sì, perché questa scema che conosce il kayak da anni ad un certo punto si dimentica come si pagaia).
Roba che Hermione Granger l’avrebbe come minimo cruciata, poi avadakedavrizzata e le avrebbe anche raccomandato di “rivedere le sue priorità”.





Scusami, scusami tanto, Mae: PETRIFICUS TOTALUS!





Insomma, 'sta tizia viene salvata in tempo zero da due droni di salvataggio (perché privacy zero e se stai a pagaiare da sola di notte è solo un’illusione, perché ci sono ovunque quelle videocamere) ed addio fine della prima, straziante, mezzora.







Sei una tizia fuori come un balcone: ci piaci e ti assumiamo!






Mae, dopo un colloquio/lavaggio del cervello da parte dei fondatori di The Circle, accetta di essere la prima beota persona ad indossare una telecamerina (ovviamente Full HD) con la quale può comunicare con i suoi followers sparsi per il mondo e condividere ogni momento della sua vita.






Anvedi te 'sta stronza: mi ha fregato il lavoro -_-





Alla faccia di Annie, che per tutto il film si fa in quattro per farsi notare da oltre un anno, prende delle pasticche di non so cosa per bloccare il sonno e renderla attiva, beve sempre caffè e si fa venire una crisi isterica in preda all’invidia più selvaggia.






Hello followers, oggi è una splendida mattina e mi sono appena svegl....MA CHE ME FREGA!





Da qui in poi, Mae fa emergere l’Hermione Granger prepotente sopita in lei (versione undicenne ma palesemente più stupida) e diventerà una saccente proponitrice di idiozie idee che sfociano nel ramo del paranormale: la più epica delle sue sparate è stata quella di obbligare tutti i cittadini aventi diritto a votare tramite il social The Circle per eliminare le astensioni e le schede nulle, oltre che far risparmiare miliardi allo Stato e farli guadagnare ai fondatori dell’App.
Emozionante, nevvero?
Adesso ditemi se, con il voto da App, esiste ancora il diritto alla segretezza.
Ah, vero: siamo tutti una big community e chissenefrega della privacy pt.2.






Mi manca solo di pubblicare un libro a caso e diventerò più popolare degli Youtuber! Gnagnagna :P






Dopo molte mezzore a vedere Mae (ormai è diventata una web star che youtuber vari levatevi proprio) che parla sola come una scema – cosa che peraltro è – anche mentre si lava i denti o fa plinplin, fortunatamente avviene qualcosa che, nella mente della famosa accoppiata vincente Regista&Sceneggiatore avrebbe dovuto svegliare il moribondo spettatore: fanno schiattare male Mercer.
Per farla breve: Mae, che ormai presenta le famose riunioni al posto di Bailey, dà il via ad un nuovo quanto inutile progetto chiamato SoulSearch, che in meno di venti minuti trasmette nome e foto del “ricercato” a tutti gli iscritti a questo social e permette di rintracciare…chiunque.
Il primo esperimento va bene: cercano e braccano un’assassina ricercata in meno di dieci minuti e la Polizia mutissima.
Il secondo un po’ meno: la folla chiede a gran voce di cercare Mercer, e lo trovano mentre si sta facendo gli affaracci suoi (forse è l’unico, in questo film) a casa sua.
Ovviamente, per fuggire dalla folla di invasati pro-The-Circle prende il furgone e dà il via ad una brevissima quanto patetica corsa che fa rimpiangere gli inseguimenti mozzafiato di The Bourne Identity della durata di oltre cinque minuti buoni.    
Naturalmente, arrivati al ponte, la macchina sbanda e cade.
Sotto gli occhi di Mae.




"Mae usciamo stasera?" - "Certo, ti faccio sapere domani"




R.I.P Mercer, insegna agli angeli come farsi friendzonare nelle uniche due scene in cui ti si vede.






Era meglio il Nokia 3310



Ad ogni modo, nell’ultima parte del film – grazie al cielo – Mae torna a casa, spegne la videocamera per tre giorni e fa finta di essere addolorata per la perdita di Mercer.
Fa finta, perché non piange, non urla, non fa nulla se non dormire.
Dicevi a tutti che era il tuo amico e non ti senti in colpa per averlo esposto al tuo stupido giochino, nato solo per ottenere ancora più fama?
Evidentemente l’era 2.0 fa cambiare le priorità, per la gioia della Signorina Granger latente in lei.
L’unica cosa che fa è videochiamare Annie, che è nelle Highlands a riprendersi dall’esaurimento e come cura ha cambiato colore di capelli ed ha messo le extension.
Del resto si sa che, ad una donna, basta cambiare look e ritorna come nuova, no?






"Mae usciamo stasera?" - "Certo, ti faccio sapere domani" pt.2





E ci avviamo verso il rush finale: Mae, che ormai è una pazza con manie di grandezza, aiutata da un tizio che si rivela essere il vero sviluppatore del social network e ci prova con lei (ma picche anche per lui), svergogna pubblicamente i due fondatori di The Circle alla riunione del venerdì per avere, a detta sua, quella trasparenza che entrambi pretendevano dai dipendenti.
Il film finisce con Mae che si dà nuovamente al kayak, seguita da due droni e che saluta il nulla, mentre la camera stringe e mostra miliardi di monitor con tutte queste finestre nella vita di tutti e chissenefrega della privacy pt.3.





Mercer tvbttt, ho fatto un casino, ti voglio bene uguale ma sono una star ormai e quindi pace.
 R.I.P.





Mi chiedo cosa passi nella mente della nostra illustre accoppiata vincente Regista&Sceneggiatore (che, ahimè, conincide anche questa volta nella figura di un unico superuomo d'annunziano).
Sono quasi sicura che il libro da cui è tratto sia un capolavoro (non l’ho letto – SHAME ON ME – ma è in whishlist da anni) – perché si sa che la riuscita di un film è inversamente proporzionale al contenuto del libro – ma la sensazione è che abbiano voluto ricreare un film che mixa le atmosfere di due capolavori, The Truman Show e 1984, ambientandolo nel futuro e con il palese intento di criticare il mondo 2.0 che, con i suoi social, impone l’apparire e non l’essere.
Il problema è che, però, si è messa troppa carne sul fuoco e si è bruciata la grigliata, lasciando il posto al fumo negli occhi procurato da due superstar mondiali protagoniste (Emma Watson e Tom Hanks) e facendo morire di fame la trama perdendo di vista quello che andava detto.




Eccheppalle l'insalata!



  
Una delle note dolenti, oltre la trama (non infierisco più di tanto, basta leggere quello che ho scritto prima), è la recitazione.
Sono affezionata ad Harry Potter ed è il motivo per cui leggo, ci sono cresciuta insieme, ho la stessa età del golden trio e tante altre belle cose ma…ma…Emma Watson, per quanto sia diventata ambasciatrice Onu, sia un’attivista per i diritti delle donne ed io la stimi sul fronte umano (oltre che per aver interpretato la Corvonero mancata – perché se no Harry e Ron col cavolo che superavano il Tranello del Diavolo!), è innegabile che non sa uscire dal ruolo di Hermione, che ha ricoperto per oltre dieci anni.






Ah, hai detto "mimica facciale"?






Essere un’attrice implica anche dover usare la mimica facciale e lei, al di là delle quattro smorfie che ha fatto in tutto il film, non è andata.
Un minimo di faccia disperata per suo padre o per Mercer, giammai!
Smorfietta di circostanza a mo’ di defecazione et voilà: cachet da favola e ruolo ricoperto.
Stessa cosa che ho riscontrato nell’altro film di cui nessuno sentiva la necessità: il live action de “La bella e la bestia”.
Ruoli dove basta che le metti un libro in mano ed è subito “Hermione che fa il cosplay di Belle” e “Mae che viene posseduta da Hermione con il delirio di onnipotenza”.  
E che dire di Tom Hanks?
Fiacco.
Due premi oscar e non sentirli.
Trascurato e barbuto come in Cast Away ma ahimè appesantito.
Roba che Forrest Gump fuggirebbe a gambe levate.





Folla di gente che si è pentita di aver speso i 7€ del biglietto






Insomma, questo è il classico film che, se fosse stato un articolo, non avremmo esitato a definirlo clickbait.
Del resto, con un grande attore come Tom Hanks, che ha sempre abituato gli spettatori a film di eccellenza e qualità, chi si aspetta che compaia sì e no in dieci scene ed abbia un ruolo marginale e non riesce ad essere un vero villain?
Ed Emma Watson, che non ha fatto gavetta, perché ha avuto la fortuna di avere un ingaggio a soli dieci anni ed otto film.
Ci aveva abituati bene, con la saga di Harry Potter, ma ancora è troppo acerba e dovrebbe studiare recitazione.
Sarò cattiva, ma il flop è dovuto maggiormente a lei, che con il suo ruolo da protagonista non è riuscita ad uscire indenne da nessuno dei tanti colloqui a due anche con gli altri attori, nonostante la presenza di un Tom Hanks fuori forma.




In questa foto notiamo l'entusiasmo strabordante di Mae Holland che ha appena saputo di essere stata assunta a tempo indeterminato





La cosa che mi fa ridere è che, in questo film, l’intento è quello di criticare gli eccessi del mondo 2.0, ma per la realizzazione sono stati ingaggiati proprio i più amati del web che, di sicuro, hanno assicurato l’enorme entrata della fetta di pubblico affezionato.
Critica, ma dai alla gente ciò che vuole.
Marketing puro, che sono felice di non aver assecondato.






"Mi dispiace che vi ho fatto perdere 110 minuti della vostra preziosissima vita e spendere 7€ di biglietto per un film demmerda"






Ah, proprio perché viviamo nel mondo della digitalizzazione, purtroppo per voi mi trovate anche nella comunità Instagram (clicca qui perseguirmi) e Facebook (clicca qui per mettere mi piace).
Se volete i profili invasi dal marketing spicciolo e followers comprati non troverete riscontro.
Se invece volete leggere opinioni schiette e sincere, come questa, non ve ne pentirete.
Forse. 😊   










Grazie per essere arrivati fin qui!
Come al solito, fatemi sapere se avete visto questo film, se vi è piaciuto o se, come me, avete atteso questa schermata con tutta l'energia rimasta nel vostro corpo...








Recensione a cura di:









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[Blogtour] "Sincronia colpevole" - Giada Strapparava

aprile 11, 2018



Buongiorno lettori!


Oggi ospito la terza tappa del BlogTour dedicato al libro di Giada Strapparava dal titolo Sincronia Colpevole
Di seguito potrete leggere l'intervista all'autrice!








SINCRONIA COLPEVOLE

di
Giada Strapparava







Editore: SensoInverso Edizioni
Data di uscita: 2018
Formato: ebook/copertina flessibile
Pagine: 120


Prezzo







Molte volte viviamo la vita ignari del fatto che, dall’altra parte del mondo nello stesso istante, un’altra persona possa vivere le medesime sensazioni. Non c’è però bisogno di andare molto distante per trovare due persone accomunate dallo stesso tipo di guerra interiore, basta attraversare un paio di vie in una grande città come San Francisco ed ecco un uomo di nome Daniel Rivera, che ha perso tutto nella vita: la moglie Gilda e il figlio Tommy. Oppresso del peso del dolore e di infondati sensi di colpa, decide di punirsi per il resto dei suoi giorni vivendo per strada.
Poco distante, in un’umile casetta Connor Sullivan, dieci anni, fa i conti con una realtà ben diversa da quella dei suoi coetanei. Le sfaccettature che il destino gli ha riservato hanno fatto di quel bambino un involucro di dolore, rabbia e ingenua speranza, trascinandolo in una sofferenza troppo grande per il suo piccolo cuore.
Due sconosciuti, uniti da eventi tragici e drammatici, sullo sfondo di una contemporanea San Francisco, si troveranno per caso a condividere la stessa sincronia, un abisso, lo stesso desiderio di espiazione.
Sincronia colpevole è un viaggio introspettivo. È il tempismo perfetto di tante vite imperfette. È il senso del tempo che scorre ma che in realtà non esiste. È la colpa di aver scelto chi essere e la sensazione di sentirsela pesante addosso. È la macchia nera interiore che ci si porta dentro, stando a galla nella propria vita come meglio si può, senza mai provare a nuotare davvero. È l’errore commesso, la verità che costantemente abbiamo sotto gli occhi ma che non vediamo.

autori emergenti

|RECENSIONE| Il lago abitato - Ambra Raponi

aprile 08, 2018





IL LAGO ABITATO 

di
Ambra Raponi









Editore: Vertigo
Data di Pubblicazione: 2017
Formato: copertina flessibile
Pagine: 312


Prezzo














Amber e Julien sono due fratelli la cui infanzia è stata molto difficile, la madre rinchiusa in un sanatorio mentale e il padre deceduto qualche anno prima, così una famiglia vicina di casa li prende in affidamento. 
Ma un giorno l'arrivo di una lettera sconvolgerà per sempre la loro vita: devono recarsi presso la loro vecchia abitazione in Canada per dare l'autorizzazione alla sua demolizione, ma una volta che arrivano sul posto si accorgono che è tutto un pretesto, forse un segno del destino. E così incontrano persone sorprendenti, scoprono la forza coinvolgente dell'amore e tramite il rinvenimento dei diari della nonna vengono a conoscenza di un passato incredibile. La fantasia supererà la realtà, accadranno cose inimmaginabili e la loro vita si trasforma in una grande avventura, tra l'Italia e il Canada, in uno scenario naturale e fantastico a ridosso del Maligne Lake, e solo allora sapranno chi era realmente la loro famiglia e per quale motivo era morto il padre e noi stessi, pagina dopo pagina, ci accorgeremo che la vita ci riserva sempre delle incredibili sorprese...

recensioni

|RECENSIONE| La figlia che diede alla luce suo padre - Roberto Lodovici

marzo 20, 2018






LA FIGLIA CHE DIEDE ALLA LUCE SUO PADRE

di
Roberto Lodovici







Editore: Europa Edizioni
Data di Pubblicazione: 2017
Formato: copertina flessibile
Pagine: 132



Prezzo











"La figlia che diede alla luce suo padre" ha in sé una duplice valenza. Mostra una nuova visione della relazione padre- figlia vista attraverso una dimensione più spirituale. È nel contempo la storia di un percorso verso la consapevolezza, alla scoperta di sé stessi. Ne è protagonista Michel, un affermato architetto, il quale, con l'aiuto della moglie Isabelle e grazie al singolare incontro con la figlia che sta per nascere, intraprende un viaggio ai confini della realtà che lo porterà, dopo un conflitto interiore, a salire tutti i gradini della scala sapienziale. In questa incredibile e toccante esperienza alla ricerca del profondo significato della vita, accompagnato dalla piccola Claire, scoprirà un linguaggio antico di pura energia primordiale, il linguaggio del cuore e dell'amore.


Film - Confessioni di una critica cinematografica

|RECENSIONE FILM| La cura dal benessere - 2017

marzo 17, 2018









Nome film: La Cura dal benessere
Diretto da: Gore Verbinski
Anno: 2017
Data di uscita nelle sale: 23 Marzo2017 (IT)

Principali interpreti: 

Dane DeHaan
Jason Isaacs
Mia Goth
















Lockhart è un giovane e ambizioso broker di Wall Street che fa parte di un'agenzia pronta ad una fusione con un'altra agenzia. 
Per confermare tale fusione, il suo amministratore delegato, Roland Pembroke, deve necessariamente firmare delle liberatorie, ma l'uomo ha recentemente spedito una lettera dove ha annunciato di trovarsi in Svizzera e di non voler più tornare a vivere a New York. Lockhart viene dunque incaricato di andare a recuperare Pembroke. Il giovane si ritroverà in un centro benessere situato nelle Alpi Svizzere, dove la cura del dottor Heinrich Volmer è miracolosa: chiunque vi entri e si sottoponga alla cura, si sentirà ben presto sereno e in salute. Lockhart, dopo un terribile incidente, si ritroverà nel centro e gli verrà consigliato il miracoloso trattamento di Volmer. Pian piano, scoprirà i terrificanti misteri del luogo e che la cura per il raggiungimento del benessere è davvero poco ortodossa.


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