|RECENSIONE FILM| La cura dal benessere - 2017
marzo 17, 2018
Diretto da: Gore Verbinski
Anno: 2017
Data di uscita nelle sale: 23 Marzo2017 (IT)
Principali interpreti:
Dane DeHaan
Jason Isaacs
Mia Goth
Lockhart è un giovane e ambizioso broker di Wall Street che
fa parte di un'agenzia pronta ad una fusione con un'altra agenzia.
Per
confermare tale fusione, il suo amministratore delegato, Roland Pembroke, deve
necessariamente firmare delle liberatorie, ma l'uomo ha recentemente spedito
una lettera dove ha annunciato di trovarsi in Svizzera e di non voler più
tornare a vivere a New York. Lockhart viene dunque incaricato di andare a
recuperare Pembroke. Il giovane si ritroverà in un centro benessere situato
nelle Alpi Svizzere, dove la cura del dottor Heinrich Volmer è miracolosa:
chiunque vi entri e si sottoponga alla cura, si sentirà ben presto sereno e in
salute. Lockhart, dopo un terribile incidente, si ritroverà nel centro e gli
verrà consigliato il miracoloso trattamento di Volmer. Pian piano, scoprirà i
terrificanti misteri del luogo e che la cura per il raggiungimento del
benessere è davvero poco ortodossa.
Ci saranno spoileroni e sarà presente anche la fine del
film, giusto per togliervi il piacere di perdere due ore e mezza di vita a
guardarlo.
Non vi scomodate a ringraziarmi, anzi divertitevi :D
Prendendo in prestito il titolo di una celebre commedia
shakespeariana, dico solo “Molto rumore per nulla”.
Team interi di pubblicitari che hanno sprecato il loro preziosissimo tempo –
naturalmente ben pagati, mi auguro – creando ben sei siti di fake news, spot ed
inviti “a curarsi”.
Sinceramente, dopo la visione di questo film mi sento di invitare alla cura il
regista e lo sceneggiatore (che poi coincidono, quindi l'invito è doppio).
Che palle, devo andare a recuperare un vecchio che se la sta spassando in Svizzera |
Ma partiamo dall’inizio: il protagonista, Lockart, è un
giovane ed ambizioso broker di Wall Street che viene incaricato di riportare a
New York l’Amministratore Delegato (CEO) della società per cui lavora e che
deve firmare alcune liberatorie per una fusione con un’altra società.
Sembrerebbe una missione semplice, se non fosse che l’uomo ha scritto una
lettera abbastanza strana nella quale afferma che non tornerà più nella sua
città, preferendo vivere forever in questo centro
miracoloso.
Mi mancava solo Cicerone/Spiegone |
Così Lockart si trova in viaggio – palesemente contrariato e talmente so, so busy che viene voglia di
strappargli il portatile ed il cellulare dalle mani per la rabbia – alla volta
della Svizzera.
Appena arrivato, naturalmente il suo autista non si limita a fare da cicerone,
ma comincia lo spiegone parziale: la
SPA è situata all’interno di un meraviglioso castello che, duecento anni prima,
era stato bruciato insieme ai proprietari, barone e baronessa alla loro prima (focosa)
notte di nozze.
Grazie a questo incoraggiante racconto, il protagonista entra nella struttura a
millemila stelle, notando la felicità di questi vecchi ricconi vestiti di
bianco che giocano, fanno aquagym, saune, massaggi…..
Ma non è tutto oro quello che luccica, e Lockart lo scoprirà dopo aver avuto un
incidente in auto quasi mortale che lo costringe a trattenersi lì: in realtà la
SPA non è un centro benessere, la SPA è una società (a delinquere) per azioni!
Bilanci falsificati, inadempienze Iva, prestanomi vari...sono all'inferno! |
Appurato questo, il nostro eroe cercherà di fuggire – con una gamba ingessata e
su di una bici! – da questo luogo infernale insieme all’unica “paziente
speciale” del centro, ovvero Hannah, una “donna con la mente da ragazzina”
(cit. del capo della struttura) che ha il diabolico vizio di camminare sui
tetti ed i cornicioni, quasi a voler emulare Louisa Clark nel libro “Dopo di
te” (per leggere la recensione su questo libro clicca qui), la cui
straordinaria abilità è quella di canticchiare musichette inquietanti e
comparire random dal nulla per far credere allo spettatore che è uno spettro
(ma non lo è, quindi fine della storia e sorpresa svelata).
Ciao a tutti, sono Hannah, il mio idolo è Louisa Clark e mi piace far finta di essere un fantasmaaaa!!11!!11!! |
Da qui in poi si scopriranno degli “orrori” della clinica (più che spaventosi
fanno solo ribrezzo), cure con gocce a base di “pesce sudato” (cit.) e pratiche super
iper nonsense dal dentista.
Oltre che mummificazioni inutili e scene del tutto incomprensibili e slegate
dalla trama principale.
Mai più il dentista della mutua, mai più! |
La cosa che mi manda in bestia di questo film non sono tanto
le ore perse della mia vita a guardarlo, ma lo spreco di talento.
Un cast fantastico ed azzeccato, una soundtrack perfetta ed un dettaglio nella
regia davvero incredibile rapportati a personaggi di dubbia utilità e dalla
storyline che presenta talmente tanti buchi narrativi che la rete per pescare
le anguille assassine del film sembra più fitta e, amaramente, un Verbinski sfiancato
dai flop che scopiazza Verbinski ai tempi d’oro.
Riproponendo il parallelismo con “Dopo di te” della Moyes (il link allarecensione è sempre quello, ma ve lo ripropongo), in quell’articolo ho
precisato che “L’opera omnia” è solo una per ognuno di noi.
Del resto è impossibile pensare di sfornare capolavori a ripetizione.
Purtroppo Verbinski non è dello stesso parere e non smette di confezionare film
perfetti in tutto…tranne che per la trama.
E’ curioso, infatti, che il suo nome sia diventato famoso solo grazie a “The
ring”, che è remake di un film chiamato con un qualche impronunciabile nome
giapponese e non con dei film partoriti dalla sua mente (come è in effetti
questo film).
Come regista è molto bravo, nulla da dire, ma per le storie, pressappochiste e
vergognosamente, ripeto, nonsense (a parte il primo ed unico film davvero
carino “La maledizione della prima luna” – continuo a considerare solo quello,
il resto dei Pirati dei Caraibi non esiste
–, qualcuno ha detto “The lone ranger”?. Di quel film si salva solo il
poliedrico Johnny Depp, null’altro), nonché dotate di alcune scene così crude
che, bah, sinceramente preferisco saltare questo passaggio.
Insomma è un po’ come il buon Tornatore che, senza apparenti motivi, ha il
vizio di propinare scene di tori sgozzati e sangue a gogò quasi a voler
affermare la sua supremazia maschile (a nessuno importa dei suoi complessi, ma
lui ce li fa notare servendoli su di un piatto d’argento).
Hannah, prendi le goccine a base di PESCE SUDATO, da brava! |
Insomma, questo film mi ha fatto pensare un’inquietante what if (e vi chiedo perdono per gli incubi che vi porterà stanotte
– montate la staffa anti caduta dal letto, mi raccomando!): immaginate, a parti
invertite ed a grandissime linee, un film girato da Spielberg con
protagonisti Manuela Arcuri ed il “Brad
Pitt de noialtri” Gabriel Garko.
Qualcosa stona nel complesso, da qualunque parte si gira il film per
analizzarlo.
Ma in questa clinica lo usano il detersivo? |
Ebbene, ritornando a ‘sta benedetta cura dal benessere, ho
notato l’esatto contrario e mi ripeto con piacere: abbiamo un Dane DeHaan (me
lo ricorderò sempre come Lucien Carr in Kill you darlings, con quello sguardo
intrigante ed enigmatico) che è davvero convincente nonostante il personaggio,
un Lucius Malfoy passato al lato babbano della vita che si gode i galeoni del
mondo magico sotto il falso nome di Heinrich Volmer e dirige questo centro
termale miracoloso, una protagonista femminile (Mia Goth) che ad occhio e croce
non ha più di quattordici anni (ed invece è nata nel 1993 e ne ha attualmente venticinque
- sta cura le ha fatto benone!) ed è abbastanza espressiva per quello che
richiede il ruolo.
Ma la fine, la fine signori miei: se pensate che questo film dall’incipit
intrigante finisce bene…o quantomeno decentemente vi sbagliate di grosso!!
Partiamo dalla scena del matrimonio del Dr. Volmer con Hannah: sembra sia una
specie di rito strano, che mi ha ricordato molto “la festa” di Eyes Wide Shout
(ci siamo capiti).
Tutti incappucciati, tutti a ballare vorticosamente, tutti a
fare versi strani per cantare, tutti ad applaudire quando Volmer bacia la
ragazza.
Ma che ce vai ad applaudì che potrebbe essere sua figlia?!
Bah, continuiamo.
Ma perchè mi è toccato il vecchio? -_-' |
Dicevamo che questi due si sono sposati – non è chiaro quanto Hannah fosse
consenziente su questo – ed il tutto si è svolto ovviamente di notte ed
all’improvviso, proprio quando Lockart è in pieno “ti amo cura, love love” (ha appena subìto la cura ed è un nuovo
adepto della clinica).
Ma guarda te il caso!
La scena si sposta in camera da letto dei neo sposini, ed a quel punto accadono
un bel po’ di cose trash/nonsense/squallide: Volmer lega Hannah alle colonne
del letto a baldacchino, e comincia a dire cose che fanno davvero schifo mentre
si spoglia, tipo che lui è il Barone (quello dell’incendio dello spiegone iniziale)
e che la moglie che è morta bruciata non era altro che sua sorella, con la
quale ha concepito una bambina che, nella realtà dei fatti, è proprio Hannah.
Insomma: Beautiful è nulla a confronto.
Brutto miscredente, adesso ti innamorerai dell'anguilla! |
Lockart, perso nel suo delirio da innamoramento per l’anguilla che è dentro di
lui (ho saltato questo passaggio per non farvi stare male, ma è così e non scendo in dettagli), ad un
certo punto guarda verso la torre e si ricorda che Hannah è in pericolo, così
rompe un bicchiere e con i cocci taglia il gesso alla sua gamba (oltre che le
mani, ma dettagli).
Quanto tempo ha passato ingessato?
E’ già guarita la frattura scomposta?
Non ci è dato a sapere, ma supponiamo di sì, dato che sto tizio corre come un
dannato SENZA AVER FATTO FISIOTERAPIA PER RIATTIVARE LA CIRCOLAZIONE ALLA GAMBA
E RIACQUISTARE IL TONO MUSCOLARE.
Ma tanto, mi direte, questa è solo l’ultima delle cose nonsense della storia.
Ebbene…mi dispiace deludervi: ancora il peggio deve arrivare.
Gli sposini, nel frattempo, danno il voltastomaco: Volmer si lascia andare a
dei “poetici” ricordi di quando ha violentato sua sorella, e sarò sincera, ho
provato una pena immensa per Jason Isaacs per questa sequenza di scene.
Lui, da meraviglioso attore qual è, è stato talmente perfetto da meritare
l’oscar per il “che s’ha da fa’ ppe campà
awards” ed ha tutto il mio sostegno, ma sinceramente c’è stata una scena
per cui ho desiderato morire di vergogna al posto suo (forse più di una, ma
dettagli anche questi): quando si è tolto i pantaloni e stava per violentare
Hannah.
Quella scena non l’ho proprio digerita.
Sarà che ho a cuore il tema della violenza sulle donne, sarà che Mia Goth in
quel momento urlava più del solito e non riusciva a liberarsi in modo
convincente, sarà che Verbinski è bravo a dirigere anche senza trama, sarà che
Jason Isaacs è davvero un attore bravissimo e solo con gli occhi sa dire
tutto…ma quei venti secondi di immagine me li porterò dietro nella memoria per
sempre.
Per fortuna che, rinsavito, arriva il DeHaan e gli piomba dietro, colpendolo
con qualunque cosa a tiro (che non ricordo cos’era perché ero talmente
sconvolta dalla rivelazione che Volmer voleva farsi sua figlia che ho avuto un
blackout).
Direte, sarà finita qui?
Ma magari!
Ma sto tizio ha 2000 anni e non muore mai?! |
Per farla breve: Lockart riesce a neutralizzare Volmer gettandolo in pasto alle
sue amate anguille assassine, va a fuoco tutto random, Hannah ed il nuovo
miracolato riescono a fuggire – sempre in bici – ma vengono investiti in curva
dall’auto dei suoi capi che lo stavano cercando (ma dico la patente in America
la prendono in omaggio con le patatine?!) e, quando siamo certi che Lockart
abbia davvero perso l’uso della gamba in quanto ormai non ne rimane più nulla,
lo vediamo rialzarsi e fare il medio a quegli stronzi dei capi che lo avevano
investito, recuperare Hannah e fuggire via con un sorriso demoniaco in
faccia.
THE END
Il fumo negli occhi, quello vero |
A voi le considerazioni.
Io, sul serio, non ho parole per commentare una trama così
contorta e così pateticamente senza senso.
Le anguille, che erano delle dannate protagoniste, non si è capito il loro ruolo
qual era.
Il siero che potere aveva?
Faceva ringiovanire?
Faceva rincoglionire?
Non si saprà mai.
Una menzione speciale ad una delle vecchiette presenti per poche scene, che
aveva dato a Lockart un cruciverba fatto da lei che, tutti noi pensavamo,
magari portasse alla soluzione…invece no!
Non era altro che l’ennesimo fuorviante tentativo di fare cinema d’autore senza
averne le capacità.
Che bello, finalmente è finito il film ;) |
Verbinski, ti do un consiglio da amica: lasciamo indietro i
fasti dei Pirati dei Caraibi, di The ring e di tutte quelle belle cose che hai
diretto e vai a fare altro.
Datti al pensionamento, o alla muratura.
Fai qualcosa di utile e non ammorbarci più con queste porcherie.
E, soprattutto, non cercare di dirigere film che non hanno trama per confermare
che sei un bravo regista.
Io, se fossi la produttrice, dopo questo film chiederei indietro il capitale
investito.
Essere un bravo regista o darmi alla muratura? Questo è il problema. |
Grazie per essere arrivati fin qui!
Come al solito, fatemi sapere se avete visto questo film, se vi è piaciuto o se, come me, avete atteso questa schermata con tutta l'energia rimasta nel vostro corpo...
Recensione a cura di:
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