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|RECENSIONE FILM| Il re leone - 2019

novembre 29, 2019
























Convinto di essere responsabile della morte del padre re Mufasa, in realtà ucciso dal perfido fratello Scar, il piccolo leoncino Simba si allontana dalla sua terra. Accolto e allevato dal suricato Timon e dal facocero Pumbaa, Simba cresce cercando di dimenticare il passato. Ritrovato da Nala, sua vecchia compagna di giochi, e Rafiki, babbuino sciamano, decide di tornare per scacciare l'usurpatore Scar...










Può contenere spoiler




Un ruggito di saluto a tutti. 
Stavolta vi trasporto nel cuore dell'Africa, nella Savana, sulla rupe resa famosa dalla Disney. 
Un tuffo nel passato? 
No, poiché in sala è uscito il live action - gli amati e odiati live action Disney - e, come promesso nella mia recensione su Dumbo, eccoci a parlare di quest'altra pellicola tanto discussa.



Ecco che lo schermo si accende, il familiare coro tribale risuona nella sala, per poi lasciare il campo a “Il cerchio della vita”, lasciandoci cullare tra quelle parole che i più maturi (mano alzata) conoscono a memoria, mentre Rafiki il babbuino espone a tutti i sudditi, rispettosi ed entusiasti, il principe Simba. 
Una delle scene più epiche di tutto il repertorio Disney, quella della posa in aria del leoncino, tanto che persino i vostri animali da compagnia avranno fatto la stessa fine (ammettetelo, di averlo fatto con i vostri gatti - se poi avete un leone ben venga: avrete minor problema di me a far star zitti i vicini). Dunque, veniamo alle cose serie: bisogna dichiararlo a voce alta: “le canzoni di tutto il film sono identiche alla versione originale ”.  
Lo ammetto, per tutta la durata boccheggiavo per cantare silenziosamente tutti i pezzi. Lo stesso non è accaduto per la Bella e la Bestia e ho provato un leggero fastidio. Però che dire, la grafica dei paesaggi è d'impatto e gli animali, creati in digitale, paiono animali veri e propri e non artefatti al computer.



La trasposizione ripercorre a 360° quello del cartone animato, abbiamo Mufasa, un leone tutto d'un pezzo, il re dei felini africani - che ha la voce di Luca Ward che sconvolge gli ormoni, oltre a deliziare le orecchie - sempre amorevole e insieme integerrimo nell’occuparsi del suo branco e dei suoi sudditi; compito non sempre facile visto che ha parecchi grattacapi: un figlioletto molto vivace a cui tramettere saggezze, un fratello sfuggente e che trama nell'ombra contro di lui, infine le iene che minacciano spesso e volentieri  di violare i territori di caccia, dai quali sono state esiliate per una impossibile convivenza. 
Il leone è luce, la iena è la tenebra. 
Il piccolo Simba cresce in questo ambiente sereno, recependo via via gli insegnamenti di suo padre, benché lui sembri troppo immaturo e monello per poterne afferrare il senso: il cerchio della vita, un messaggio non certo scontato e di grande importanza. Ogni essere vivente è parte di un cerchio naturale, ecco perché non bisogna uccidere inutilmente e danneggiare il prossimo di proposito.
Sarebbe di buon auspicio che anche l'uomo seguisse questo legge naturale e non stravolgerne l'equilibrio..
Mufasa delimita i confini del regno, in modo che il pargoletto sappia esattamente quali siano i territori da non oltrepassare. Ovviamente il re ottiene il risultato opposto, accendendo la morbosa curiosità di Simba, accentuata dal subdolo zio Scar, il quale coglie la palla al balzo per istigare il nipotino a intraprendere una gita nella zona proibita. Simba, eccitatissimo di quella avventura, interrompe la seduta di lavaggio a leccata della sua amica Nala, nonché futura fidanzata, che convince a seguirlo nell'ignaro pericolo. 
Mai inseguire i maschi, nemmeno da cuccioli. 
Simba e Nala  riescono a seminare il Zazu, il pennuto galoppino e consigliere di Mufasa, tanto saggio quanto pignolo, e arrivare a una desolante destinazione: il cimitero di elefanti, un luogo senza colore e vitalità. Per forza, sono morti.
Beh, non è che i leoni potessero mettere cartelli con su scritto: ”Vietato l'accesso ” o una rete di filo spinato. Loro si accontentano della fiducia.
La prima a rendersi conto di aver commesso una bravata è Nala, nel frattempo Simba si ritrova davanti alla cosiddetta realtà brutale; una scelta presa alla leggera può portare alla morte. Le iene sono in agguato, tra cui la loro boss mafiosa Shenzi, ma il prode re felino balza in aiuto degli indifesi, mettendo in fuga il nemico. Simba si prepara al predicozzo che si è meritato, eppure il leone adulto rimane più ammansito rispetto al solito, guarda il cielo, nel firmamento, e ci vede gli antenati che lo fissano da anni e anni. 
Probabilmente lui, da piccolo, ne ha combinate di peggio, ma non lo vuole ammettere. 
Sembra che tutto sia sistemato, invece ci avviciniamo al frangente più traumatico del live, il trauma infantile della morte di Mufasa. 
Io ero disperata perché non avrei più sentito la voce di Luca Ward. 😭 Non è spoiler, vero?🤔
Tutta colpa di Scar e delle sue nuove  amiche iene, le quali provocano la fuga delle mandria impazzita di manzi… no, aspetta sono gnu, di gnu, che inferociti si buttano come tori impazziti nello strapiombo e tra un po' schiacciano Simba come una scarafaggio che gironzola beato per la casa. Mufasa non ci pensa due volte a salvare la sua prole, ed ecco che Scar ne approfitta per levarselo dalle zampe e rubargli il trono delle rupe (?), facendolo volare nel dirupo e schiantare a terra. E uno ce lo siamo giocato. 
Lo zietto non ci mette molto a sputar veleno e incolpa il nipotino della sventura.
Da qui comincia l'esilio di Simba e l'incontro con i personaggi più simpatici e più golosi di insetti della Tv. Timon il suricata e Pumba il facocero scoreggione. Un toccasana per l’inconsolabile leoncino.
La loro filosofia è Hakuna Matata, ovvero Senza pensieri, in pratica la stessa filosofia dei politici italiani. Il classico massì, che ce frega. 
Ed ecco che ci ritroviamo un Simba adulto e un po' complessato, soprattutto all'incontro con la leonessa Nala, andata via dalla rupe per cercare l'eletto che riuscirà a spodestare Scar. Incoraggiato da Cupido - la freccia dell'amore non devia un tiro - e da Rafiki il babbuino, Simba decide infine di affrontare il suo destino e finalmente prendere il posto che gli spetta.



Il fatto che la trama Il re Leone sia identica al cartone, sia nello svolgimento e in gran parte nei dialoghi tra personaggi ha entusiasmato alcuni, altri no perché non ci trovano nulla di originale e questo li convince a prendere in considerazione neanche di andarlo a vedere. 
Voi cosa ne pensate? 
A me è piaciuto così com'è, l'unica nota dolente a cui mi appello è il doppiaggio di Simba e Nala adulti.
Senza nulla togliere a Mengoni ed Elisa, fanno anche bene il loro mestiere, ma è necessario affidare il doppiaggio a chi non lo è di professione, come per esempio il signor Ward? 
Si sente che ci sono delle mancanze nei toni, delle sfumature importanti da utilizzare.
Son sincera, se la sono pure cavata, è stato peggio il doppiaggio di Saphira di Ilaria D'Amico in Eragon: quello era devastante.
Mi farebbe piacere sapere il vostro parere.
Vi saluto, al prossimo film.






Recensione a cura di:






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|RECENSIONE FILM| Dumbo - 2019

settembre 16, 2019








Nome film: Dumbo
Diretto da: James Ponsoldt
Anno: 2019


Principali interpreti: 

Colin Farrell
Danny DeVito
Eva Green














La storia dell'elefantino Dumbo, preso in giro per le sue grandi orecchie, che troverà il modo per riscattarsi e trovare la sua felicità.










Può contenere spoiler





Come potrebbe Dumbo, quell’adorabile elefantino dagli occhi color cielo del mattino e dalle orecchie sproporzionate, non intenerire il cuoricino degli spettatori? Appena il baby pachiderma entra nel campo visivo si attiva la modalità voglia di riempirlo di coccole e moine. 



Naturalmente tutti, o quasi, conosciamo la storia del piccolo elefante volante, avendo visto il cartone animato da bambini ma, mentre quello vedeva Dumbo come il protagonista assoluto della storia, nel live action spicca e si impone la figura umana che, nella versione animata, aveva un ruolo marginale e di comparsa - per esempio il topolino Timoteo viene sostituito da due bambini depressi -, creando una storia più articolata rispetto alla precedente e ne è venuto fuori un intreccio tutto nuovo, complice un pizzico di fiabesco e crudezza, con personaggi ben caratterizzati e che fila fino alla fine. 



Ci troviamo negli Usa, alla fine della prima guerra mondiale. Alle soglia degli anni '20, Holt (interpretato dall'affascinante Colin Farrel - detto "prezzemolino") ritorna nella compagnia circense I fratelli Medici, (che è provvisto di trenino sulle cui carrozze sono raffigurate tutte le specie animali che schiavizzano) con un braccio solo. Reduce di guerra, è intristito anche dalla morte della moglie con cui condivideva la passione per i cavalli: era equestre il loro numero vincente durante le esibizioni. 
Ad attendere l'arrivo di quest'uomo spezzato vi sono i due figli Milly (una bambina dallo sguardo depresso e un po' inespressivo, appassionata di esperimenti scientifici) e Joe (pure lui depresso ma con un velo di gioia in più rispetto alla sorella) e naturalmente il capo del circo Max Medici (Danny DeVito), un ometto tarchiato sniffa guadagni, che afferma di aver venduto i ronzini per un bisogno necessario di liquidità perché convinto che Holt non potrebbe riproporre i suoi famosi numeri da cavallerizzo con un braccio monco.



Ma per risollevare il morale di Holt, Max Medici gli assicura di avere una valida alternativa in serbo per lui: un'elefantessa incinta di nome Jumbo. 
Per ragioni più razionali e naturali, nel live action non abbiamo le cicogne che portano i cuccioli alle mammifere del circo, perciò i genitori dei piccoli spettatori dovranno spiegare come in effetti un elefantino viene al mondo. 
Consiglio di iniziare dalla storia dello stame e del pistillo ;)



Dunque, Holt accoglie la notizia in modo esilarante quanto approverebbe l'idea di un repentino arruolamento nell'esercito; al contrario i bambini tristi sono entusiasti, soprattutto alla nascita del baby elefante. L'odore di soldi per il nuovo arrivo manda in visibilio il padrone del circo, finché non si ritrova davanti un esserino timido tutto orecchie. 
"Un mostro buono solo da infagottare come un clown", viene definita la creatura appena affacciatasi a quella vita di sfruttamento. 
Tutti gli altri artisti circensi trovano il piccolo un po' buffo, ma gli riservano sguardi pietosi e di affetto, pronti a coccolarlo nonostante quell’evidente difetto. 
Ha parlato la donna cannone che si veste da sirena.
Ed è qui che udiamo la celebre canzone:
Bimbo mio vieni quiii. Noo non piangeree cosìì...


Ma siete ciechi?? È carinissimo. 
La versione bebè nel passeggino è micidiale per quanto è adorabile.  


Dumbo, inizialmente chiamato Jumbo come la madre, muove le prime zampe in un mondo tutt'altro che roseo e premuroso, deriso da ignoranti bambocci sparsi sulle tribune, infine strappato dalla sua figura materna a causa di un brutto incidente fomentato dalla stupidità umana. 
Rimasto solo, nella sua triste tenda, Dumbo, depresso, viene importunato dai bambini depressi Milly e Joe, i quali cercano in tutti i modi di tirare su il morale al piccoletto ed è grazie alle loro delicate attenzioni che si scopre il talento scioccante dell’adorabile elefantino: basta una piuma stretta nella proboscide e Dumbo vola come un aeroplano sfruttando le sue orecchie come delle ali. Tant'è che le prospettive di tutti cambiano radicalmente: i bambini hanno trovato uno scopo e Max Medici vede montagne di dollari piombargli sul cilindro, difatti la performance volante dell’elefantino è un successone, tanto da attirare l’attenzione di un certo imprenditore del settore, il ricco sfondato signor Vanverde (Michael Keaton), che dichiara di voler assumere gli artisti del circo Medici al completo - suppur Max non ne sia molto entusiasta. Ed ecco che la truppa di circensi viene trasferita nel gigantesco parco divertimenti di Vanverde, completo di palazzo extralusso in stile indiano in cui alloggiare. Persino Milly osserva il luogo con ammirazione, incantata dagli stand sulle scienza e i primi cinematografi. 
L’impresario - classica faccia melliflua, più falso di una pianta finta comprata dai cinesi - costringe la sua protetta Colette (Eva Green), una trapezista esperta, a preparare un numero eclatante che la vede sul dorso di Dumbo, in aria.
Diciamoci la verità, lei nemmeno ci credeva a un Dumbo volante, perciò all'inizio era convinta di farsi due risate. Appena le viene mostrata la verità, Colette fa una smorfia da “Col cavolo che ci salgo sopra”. Ma ad aiutarla nella preparazione ci sono Holt (con del prevedibile tenero tra loro) e i figli non più depressi. 
Il successo è assicurato ma, alla prima esibizione, le cose non vanno bene come tutti si aspettavano. 
Non voglio raccontare oltre, lasciamo un briciolo di non detto per chi non l'ha ancora guardato.



Se vi interessa il mio parere, per me è uno dei live action più riusciti insieme al Re Leone (qui la recensione), sebbene l'intreccio differisca in alcuni punti dalla storia originale ma che comunque ne mantiene lo spirito: tra le altre, è stata carina anche la scena in cui Dumbo vede gli elefanti tra le bolle di sapone.



Per molti Tim Burton è una garanzia e su questo film in particolare mi trovo d'accordo, più un cast certo degno di una pellicola di successo. 
Anche se io adoro Eva Green, è una delle mie attrici preferite, quindi mi sento molto di parte.

Mi piacerebbe sapere il vostro parere e vi do appuntamento con i prossimi film in carrello.








Recensione a cura di:






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film

|RECENSIONE FILM| Voldemort: Origins of the Heir

gennaio 25, 2018








Nome film: Voldemort: Origins of the Heir
Diretto da: Gianmaria Pezzato
Anno: 2018
Data di uscita su Youtube: 13 Gennaio 2018 

Principali interpreti: 

Stefano Rossi,
Davide Ellena, 
Andrea Baglio, 
Andrea Deanesi
Aurora Moroni
Maddalena Orcali
Andrea Bonfanti
Gelsomina Bassetti
Alessio Dalla Costa
















Il film racconta la scalata al potere e l’evoluzione di un ragazzo ambizioso di nome Tom Riddle fino a diventare Colui-che-non-deve-essere-nominato, raccontato dal punto di vista di Grisha McLaggen.

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|RECENSIONE| The Familiars - A. Epstein/A. Jacobson

giugno 19, 2012

Chi non ha mai sentito parlare dei famigli?
Beh..Io..prima di leggere questo libro..

Amici cari..il libro di cui scrivo oggi è..The Familiars!!!!


Mi sono imbattuta per caso in questo libro, durante una delle mie passeggiate "casuali" in libreria.


Avevo già preso tre libri quando vedo questa bellissima copertina..




"C'è un gatto protagonista!!" ho esclamato davanti alla versione sbigottita di mio padre. 

La cosa più bella, però, è che costava poco..!! 
Cosi l'ho preso.
Come al solito.
Mannaggia a me!!

La storia mi è piaciuta subito: un gatto protagonista è insolito, specialmente se poi fa amicizia con una ghiandaia ed una rana (che di solito sono cibo, per lui..) ed ,insieme, devono cercare di salvare il mondo magico a cui appartengono..




- La trama -

Aldwyn, il micio in questione, è un piccolo randagio orfano che vive sui tetti di Bridgetower. 

Per vivere, ruba pesce e non è ben visto da nessuno.
Un giorno, però, mentre compie il furtarello giornaliero per il suo sostentamento, viene inseguito da un cacciatore di taglie. Il che spinge il gatto a scappare. Scappa e scappa, si ritrova in un negozio che vende famigli (gli animali con poteri magici che coadiuvano il loro padroncini maghi e con cui instaurano un rapporto di simbiosi). Casualità vuole che un piccolo maghetto, di nome Jack, scelga, tra miliardi di famigli, proprio il piccolo Aldwin, che non conosce nessuna magia tranne quella di scappare velocemente a zampe levate da pescivendoli e cacciatori..
Jack lo porta a Stone Runlet, alla scuola di magia di Kalstaff, che lui frequenta insieme ad altri due apprendisti maghi, Marianne, sua sorella, e Dalton ed i loro rispettivi famigli: Gilbert la rana e Skylar la ghiandaia blu.

Ma non c'è molto tempo per conoscersi, le stelle annunciano una profezia: Vastia è in pericolo e solo tre eroi potranno salvarla..


La regina Loranella, la villain di turno, rapisce i tre giovani apprendisti per ucciderli ma, un Kalstaff morente, li proteggerà con una magia: i tre ragazzi non potranno essere ne uccisi ne toccati se non al tramonto di tre giorni dopo.

Poi, il vecchio mago, affida la missione del salvataggio ai tre famigli. E muore.

Al gruppo palesemente discordante, non resta che intraprendere il lungo viaggio verso Vastia.

E tra mille insidie e pericoli, si salveranno a vicenda le vite e, pian piano, diventeranno amici.
Tutto va per il meglio tranne che per un piccolo particolare: vi ricordo che Aldwyn non conosce nulla di magia..ed i suoi accompagnatori sono convinti che sia un famiglio..sarà quando si troveranno a Maidenmere (città di cui si spaccia nativo Aldwyn, che ha per peculiarità i gatti con potere di telecinesi) che scopriranno la verità..

Ma i colpi di scena, amici cari, non finiscono qui!

Ma non ve li dico..se no che trama è??

:D



- Commento - 

Come ho già scritto, a me è piaciuto molto. Sa conquistarti e sa farti rimanere incollato alle pagine.
Poi, i colpi di scena sono tantissimi. Temi per Aldwyn, che la sua bugia sia scoperta e non vuoi che l'amicizia con la ghiandaia e la rana si spezzi..
E vuoi vedere i tre maghetti vivi, quindi speri che tutta la missione fili liscio..

Ma, quando si recano a Maidenmere, comincia il pezzo più bello e toccante del libro. 
Con tante rivelazioni..
Ed, alla fine, troneggiano imponenti i buoni sentimenti e la VERA amicizia..


Ho saputo che è in produzione un film in 3D..non vedo l'ora che esca!!


D'accordo o no? 
Scrivi il tuo commento nel box qui sotto!!


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|RECENSIONE| Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo (saga) - Rick Riordan

giugno 18, 2012

Quello che ho sempre amato, prima di diventare una lettrice accanita, è stata la mitologia.
Alle medie, la mia materia preferita era Epica.
Ed Italiano (ma questo era sottinteso..).

Cari amici,

Oggi parliamo di una saga, ahimè già completata: Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo.

Quello che mi ha sempre affascinato era un mondo politeista dominato dagli Dei dell'Olimpo. 

E come il mondo reagiva nel confrontarsi con loro.

Ottima saga per Riordan che, a mio avviso, è un magnifico scrittore!


Cosa succederebbe se scoprissi di essere figlio di un'umana e di Poseidone?

Ecco che nasce Perseus "Percy" Jackson.

Dal primo al quinto libro, si rimane incollati alle pagine perchè, da avido lettore ingordo, vuoi sapere se Percy riuscirà nella sua più grande impresa: sconfiggere la profezia che assilla lui e gli altri figli dei tre Pezzi Grossi (Zeus, Ade e Poseidone) nella quale si evince che uno di loro deve morire al compimento dei sedici anni, per colpa di un tradimento..


Noi italiani siamo un popolo curioso: non facciamo uscire un libro di successo nelle librerie se non secoli dopo la pubblicazione della madre patria e solo ed esclusivamente se si può lanciare in contemporanea al film campione d'incassi da cui è stato tratto.

In parole povere: se gli americani (Dio li benedica per scrittori di talento e cinema di qualità) non decidono di prendere un bel libro e trarne un film, noi italiani lo conosciamo solo come "inedito". 
E, spesso, nemmeno sappiamo dell'esistenza di capolavori del genere.

Attenzione, non ho scritto che questo sia un capolavoro..Ma è molto godibile, per gli amanti del genere.


Adesso, però, devo anche scrivere di una cosa mooolto spiacevole: all'uscita al cinema del primo PJ corredato da libro nuovo di zecca e fresco di traduzione, il buon caro Chris Columbus fece mal digerire ai Potterheads (ovvero i super seguaci di Harry Potter..) questo nuovo film.

Scegliere di dirigere un'altra saga che si vuole portare al successo (come fece poi proprio con HP) e mettere in avanscoperta due ragazzi ed una ragazza?? Miei Dei, scelta sbagliata!

Ricordo ancora mia madre quando vide il trailer ed esclamò - Giulia, lo sai che c'è un altro Harry Potter con gli Dei dell'Olimpo??


Si, mia madre è una Potterhead. Come me. Di riflesso a me.


Naturalmente, la prima cosa che feci fu questa: RIFIUTARMI CATEGORICAMENTE DI ANDARE AL CINEMA (e per me, rifiutare di andare al cinema, è un sintomo molto grave..), COMPRARE IL LIBRO E FARMI UNA MIA OPINIONE.


Mi innamorai, letteralmente. Anche se questi tre sono, come dire, identici e diversi da Harry, Ron ed Hermione, che i due maschi sono scavezzacollo e lei la super sapientona (con madre Athena cosa ti puoi aspettare??), le avventure, la narrazione ed il tema mi hanno catturata.


In seguito all'acquisto del primo libro, ho temuto che la Mondatori (di cui sono una fedele cliente) avesse deciso di non pubblicarne più: mi sono ricreduta un giorno in cui, entrando per dare un'occhiata ai libri (dico sempre cosi..e poi mi ritrovo con la borsa piena ed il portafoglio vuoto..) ho visto il secondo libro tutto verde e che mi sussurrava "prendimi, prendimi". Non ho resistito.

E cosi via. Quando credevo che tutto fosse perduto, che non avrei mai saputo la fine e che l'avrei dovuta leggere in siti americani o, peggio ancora, comprare il libro in versione originale, ecco che arriva la copia sui banconi delle librerie.

Ci vuole poco per rendermi felice. Tutte e cinque prime edizioni. Da andarne fieri. Sopratutto per i soldi spesi senza batter ciglio alla cassa..Ma come ci riesco? Boh!


Devo dire che la cosa bella di questi libri è che non c'è un'attimo di pace.

E Percy mi ricorda, drammaticamente, tanti ragazzi che ho conosciuto e che conosco: forte e ribelle, coraggioso ed impavido ma, arrivati ad Annabeth, non sa più cosa fare.
E si lascia baciare.
Da lei, naturally.

Poi, durante l'escursione al labirinto (4° libro), conosciamo, anche se in verità ha già fatto la guest star nel libro precedente, la piccola, odiosa ed antipatica Rachel Elizabeth Dare.

Percy, che anche in questo è pericolosamente somigliante ai miei conoscenti, ne è affascinato: basta che vede una ragazza più facile e piena di soldi che perde, in un attimo, il suo interesse verso Annabeth.

Sarà che io mi rivedo in Annabeth, sarà che Rachel mi sta sulle bolle, sarà che Percy è un bambino come tutti quelli che ho conosciuto (momento triste per me, forse non sono molto obiettiva..non dovevo recensire..)..sarà che..Basta, di Rachel che se lo sbaciucchia non ce ne frega niente!!


Alla fine, Percy riuscirà, come al solito, ad avere la meglio ed a chiudere, con un bell'happy end cinque libri magnifici.

Ed anche Rachel trova il suo posto nel mondo..ma non accanto al bimbolotto..

Insomma, cosa ho scritto, fin'ora?

Quanti sproloqui..

Vediamo di chiudere il mio bellissimo (?) post con le bellissime copertine dei libri!!













Insomma, che dire? Stupende!!
Tranne la quinta, per cui io stessa ho intrapreso la mia crociata personale..non sono minimamente d'accordo con la scelta di quel soggetto..
Ma si sa..DE GUSTIBUS!!!!

Se non siete rimasti soddisfatti del post, non esitate a scrivere un commento!

Sono sempre lieta di ricevere della posta.. :D




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L'ultimo tuffo nell'arena - Recensione di Hunger Games e La ragazza di fuoco

giugno 17, 2012

Ed eccomi qui a terminare ciò che ho iniziato con il precedente post: finire di recensire la Hunger Games Saga.


Amici, tutto bene? 
Siete pronti per un ultimo tuffo nell'arena? 

Tre, due, uno...che quest'ultima recensione abbia inizio e..possa la buona sorte essere sempre a vostro favore!!

Copertina italiana di "Hunger Games"
Nel primo libro conosciamo questa sedicenne Katniss Everdeen. Non è che dalle prime pagine mi sia stata molto simpatica (principalmente per come tratta Ranuncolo..avendo cinque bestiole in casa, vedere scritto "dovevo affogarti quando ne ho avuto la possibilità" è un pugno allo stomaco..), ma le sue azioni hanno contribuito a farmela stare simpatica. Poi. 
La prima cosa che si nota fin dalle prime pagine è il profondo attaccamento che lei ha verso Prim, sua sorella. 
Diciamo che il fulcro principale di tutti e tre i libri è questo: cosa sei disposto a fare per amore? Sapresti sacrificarti fino al punto di perdere anche il tuo modo di essere pur di salvare qualcuno che ami? 
Beh, direi che la nostra eroina, per avere la sua età, la sua situazione familiare (padre morto in miniera, madre depressa che non pensa nemmeno a se stessa ed una sorella più piccola che è indifesa), che vive in un distretto pieno di privazioni e deve pensare al sostentamento della sua famiglia è piuttosto comprensibile che sia cosi materialista ed antipatica. 

Caccia, costruisce trappole, fa affari al forno. Insomma è abituata a cavarsela da sola.
Noi la conosciamo il giorno in cui c'è l'estrazione di un ragazzo ed una ragazza per la partecipazione agli Hunger Games. Tali giochi funzionano cosi: c'è un solo vincitore, gli altri muoiono. Uccisi dagli altri tributi o, semplicemente, con trappole e tranelli che ci sono nell'arena (molti dei quali appositamente mandati dagli Strateghi, quelli che decidono come sarà costruita la piattaforma di gioco). Durante la Mietitura, cosi si chiama l'estrazione, però non tutto va secondo i piani. La prima ad essere chiamata è proprio Prim (cosa impossibile, dato che Prim era per la prima volta immessa nel gioco e non aveva nemmeno bussolotti in più per delle agevolazioni familiari..). 

Naturalmente, cosa fai se sai che tua sorella è indifesa e non sa uccidere nemmeno una mosca? 
"Mi offro volontaria!!", ecco cosa fai. 

Il ragazzo, invece, è il nostro (futuro, caro e beneamato) Peeta Mellark: il figlio del fornaio, il ragazzo del pane che aiutò Katniss a sopravvivere molti anni prima. Il ragazzo che, durante le interviste, dichiarerà il suo amore per lei e, nell'arena, rischierà la sua vita sempre per lei. 
Da qui iniziano gli Hunger Games: sedute di bellezza, preparazione alle interviste, viaggi in treni lussuosi, ecc. Conosciamo anche tante persone simpatiche come lo staff di preparatori ed il meraviglioso Cinna (che, sullo schermo, non avrebbe mai potuto trovare interprete migliore di Lenny Kravitz..). Al di la delle belle parole che dice Peeta sul tetto ("non voglio perdere me stesso..") e che la nostra Katniss non capisce se non ne "Il canto della rivolta", la protagonista pensa per più di metà libro "inutile che me lo faccio piacere..renderebbe più difficile ammazzarlo..".
Dopo tre giorni di addestramento ed interviste varie, vengono catapultati in un'arena ricca di insidie.
E, seguendo il consiglio saggio (?) di un Haymitch gioviale (?) in preda ai fiumi dell'alcool (!) di restare vivi, i due Innamorati Sventurati del Distretto 12 si dividono. Alla faccia dell'amore.
Lei pensa alla sua sopravvivenza, lui pensa a tenere a bada i favoriti degli altri distretti per salvarle la vita. Cosa che scopriremo verso la fine del libro. Per adesso, lei crede che lui le abbia fatto un volta faccia di quelli boia. Nel frattempo, Katniss decide di stringere un'alleanza con Rue, la piccola che le ricorda molto sua sorella. Da qui, devo ammettere che il libro si è fatto più interessante: quando Rue viene uccisa, scappa la lacrima.
Davvero commovente sia la canzone che il saluto tipico del Distretto 12.
Per non parlare del corpo ricoperto di fiori..









Taglio notevolmente tutte le paturnie mentali di Katniss, l'affaire degli aghi inseguitori (tanto il film lo abbiamo visto tutti.. :D ) e tutti i tranelli a cui lei ha dovuto far fronte per rimanere viva, per scrivere, finalmente, del di lei ricongiungimento con Peeta: dopo che l'annunciatore degli HG ha detto che ufficialmente possono vincere due tributi dello stesso distretto, Katniss si ricorda che esiste un Peeta Mellark da qualche parte nell'arena. Cosi, comincia a cercarlo.
Dove lo trova? Mimetizzato al lago..

Direi FOREVER A STONE..!!
Ecco quello che mi ha fatto ridere come una pazza girando su FB..!!

Ritornando seria..Dopo questo TRAGICO momento, i nostri Innamorati Sventurati si ricongiungono. Ma Peeta "forever a stone" Mellark ha un grave problema: è ferito gravemente ad una gamba per via dello scontro con Cato, bellissimo quanto letale tributo del distretto 2. Per averla salvata. Ancora. Ecco il momento in cui scopre che Peeta non la vuole uccidere ma, essendo realmente innamorato di lei, l'ha solo protetta a costo della sua vita.
Katniss, finalmente, prova un po' di pietà e, per avere degli aiutini dagli sponsor, comincia a baciarlo.  Lo bacia in continuazione: quando ha la febbre, perchè è mezzo morto, perchè vuol far credere a tutti che lo ama. E non si rende conto che, con il modo di fare che ha Peeta, lei si innamora. Esattamente come noi che leggiamo.
Per la felicità di Gale, direttamente dal distretto 12, che inghiotte pillole amare.
Ma cos'è che rende Katniss diversa dalle altre ragazze?
E' DE COCCIOOOO!!!
Ovvero, è follemente innamorata di Peeta, ma ha un gran bel che fare per gli sponsor che non riesce nemmeno a capire i suoi veri sentimenti..
Ma, adesso, arriva il bello: tagliando sul fatto che i vari tributi si uccidono da soli e Cato muore per zampa degli ibridi, rimangono i due piccioncini come vincitori.
Ed ecco che, arriva la notizia bomba: è stata revocata la vincita per due e si ritorna alla vecchia maniera, con un solo tributo vincitore. Benissimo!! E, tra Peeta che sta morendo dissanguato e Katniss che si è affezionata a lui e non lo vuole uccidere, ecco che lei commette l'errore fatale: prende le bacche velenose e propone al ragazzo di suicidarsi insieme a lei. Proprio mentre stanno per ingoiarle, vengono proclamati entrambi vincitori e PIM PUM PAM (sarebbero suoni onomatopeici..?). Ed il libro finisce cosi: Peeta perde una gamba, Katniss che si dispera ed insieme cominciano il tour delle vittoria, con un clima cosi schifoso (Peeta ha saputo che lei ha recitato per ottenere sponsor e dalla delusione non la calcola più) da farti deprimere.

Copertina italiana de "La ragazza di fuoco"
Ma veniamo al secondo libro "La ragazza di fuoco", a mio parere il migliore dei tre.
Riprende dove avevamo lasciato i due Piccioncini-che-non-si-parlano-ma-recitano-solo-per-le-telecamere.
Stanno per partire per il tour della vittoria.
Con un piccolo particolare: il presidente Snow, per colpa della trovata delle bacche, ritiene Katniss responsabile delle rivolte che si stanno verificando nei distretti. Per di più, vuole anche che lei riesca a convincerlo del suo amore per Peeta.
Ciò farà si che la nostra amica protagonista dia vita a dei siparietti banali quanto stupidi come farsi beccare in giro mano nella mano con Peeta, appartarsi e baciarsi in pubblico ecc.
Ma non funziona: Snow non ne sembra convinto e, cosi, al momento di annunciare L'edizione della Memoria degli HG, che hanno sempre regole diverse dai soliti giochi, in pratica sia Katniss che Peeta e tutti gli altri tributi ancora in vita dei precedenti giochi ri-vengano schiaffati nell'arena. Questa volta tutto è diverso, però: essendo che sono tutti vincitori, Haymitch ordina ai due ragazzi di farsi degli alleati in modo da sopravvivere di più ed uscirne vivi. Con tanto di paturnie mentali di Katniss allegate alle presentazioni dei vincitori, conosciamo Johanna, una stronzona di quelle colossali (che io, personalmente, adoro), altri personaggi inutili tipo Enobaria (ed anche Brutus..) e Finnik, il perfetto Finnik. Il sex-simbol degli HG. (Chi non si farebbe offrire una zolletta di zucchero, eh?). Dopo il solito addestramento, le solite interviste ecc, tutti i tributi vengono catapultati nell'arena (non prima di aver pestato Cinna, però..poverino..) che è spettacolare.
Direi che mi sono innamorata di questo libro solo per l'arena: un gigantesco orologio a sezioni nelle quali, ad ogni ora, vi sono degli orrori. E' inutile dire di spargimenti di sangue e persone che si sacrificano per fini comuni che si scopriranno avanti, di "fame" da baci di Katniss (che ancora non capisce di amare Peeta..l'ho già scritto che è de coccio??) e tranelli vari e variabili: è molto più bello leggere il libro che una recensione fatta da una super critica come me..
Alla fine si scopre che tutti avevano un piano per salvare Katniss, perchè lei è il volto della ribellione, la Ghiandaia Imitatrice, e che gli altri vengono rapiti da CC (tranne Finnik..).
Bellissima la scena di lei in camicia da notte che, sentendosi una pedina nelle mani di Haymitch, gli si butta addosso e gli graffia la faccia! Ma il vero colpo di scena è questo: quando Katniss riapre gli occhi (è stata sedata per non far graffiare nessun altro..) e vede Gale, che le dice che il distretto 12 è stato distrutto. Fine. Cosi. Stop.

Eh, si, ragazzi, che saga adrenalinica!

L'unica cosa che detesto, del film, è che non sono stati scelti i doppiatori giusti. Poi, contesto, ed anche notevolmente, le interpretazioni. Cioè come può essere un cantante più espressivo della protagonista? La scelta è stata fatta tra belloni: Josh Hutcherson (che calca le scene dei grandi schermi da tempi immemori) è bellissimo sempre (tranne con i capelli biondi), Jennifer Lawrence, al contrario, mora non vale niente e passa inosservata, e quel gran bel fustacchione del fratellino di Chris Hemsworth? Beh, direi che il buon sangue non mente..e che Miley Cyrus è un po' troppo fortunata..eheheh!! Per il resto, il regista, può tornare benissimo a girare capolavori come Pleasantville, perchè non è minimamente all'altezza di questi tipi di film (le ammazzatine sono incomprensibili e confusionarie..).

Naturalmente, la mia è solo un'opinione..ditemi la vostra!!!!









P.s. Date un'occhiata al poster del film Catching Fire..se è davvero cosi.. Sbaaaav *___* :D








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