recensioni

|REVIEW PARTY| Marea Tossica - Chen Qiufan

marzo 10, 2020










marea tossica recensioneLa giovane Mimi vive letteralmente sommersa dall'immondizia del mondo: è una delle "ragazze dei rifiuti" che lavora tra gli imponenti cumuli di spazzatura elettronica di Silicon Isle, dove i frutti marci del capitalismo e della civiltà del consumo giungono alla loro rapida fine. La sua casa è l'immensa discarica che occupa l'isola, al largo della costa cinese meridionale. Come migliaia di altri migranti, è stata attirata lì dalla promessa di un lavoro sicuro e soprattutto di una vita migliore. La realtà però è ben diversa: Silicon Isle è un luogo tossico per il corpo e l'anima, dove l'aria, l'acqua e la terra sono irrimediabilmente inquinate, i lavoratori sottoposti all'arbitrio dei potenti mentre gang di malviventi lottano per il controllo del territorio, ecoterroristi minacciano attentati e capitalisti senza particolari scrupoli sono disposti a tutto in nome del profitto. E c'è anche qualcuno che tra i veleni di Silicon Isle cerca le proprie radici. Ora la tempesta perfetta si sta preparando, le forze in campo sono troppo violente, troppo determinate a imporsi, e presto scoppia il conflitto: una guerra tra ricchi e poveri, tra passato e futuro. E quando la situazione esplode, Mimi deve decidere se rimanere una pedina o cambiare le regole del gioco.
















Al largo della costa meridionale cinese c’è Silicon Isle, una gigantesca discarica di rifiuti elettronici in cui lavorano migliaia di migranti e persone povere che, nonostante le esalazioni tossiche, sono costretti a lavorare lì per cercare di sopravvivere in un ambiente malsano ma che, alla fine, fanno solo arricchire i tre clan che dominano l’isola.
Mimi giunge a Silicon Isle con la speranza di una vita migliore e si ritroverà costretta a lavorare in mezzo al clima tossico dei rifiuti dell’isola. Ma da che parte si ritroverà a stare, dopo che un terribile virus comincerà a diffondersi?



Chen Qiufan, al suo esordio, scrive un romanzo fantascientifico dai risvolti eco-thriller, ambientandolo in un futuro futuribile e che, probabilmente, è già presente in alcune parti del mondo (ma viene sapientemente occultato). Marea tossica, complice un worldbuilding curatissimo e ricco di dettagli, è claustrofobico, ansiogeno, soffocante e riflette ciò che subisce giornalmente il nostro ecosistema, quell'inquinamento che porterà alla distruzione del nostro bellissimo pianeta.
I personaggi, così realistici nelle loro lotte interiori e nei loro dolori, si muovono in una realtà dove i tiranni spadroneggiano, ma c’è un virus che mieterà indistintamente vittime (inquietantemente simile al COVID-19): nessuno è al sicuro, perché il contagio non guarda il conto in banca
. In un mondo, dunque, dove umani e iper-tecnologia si fondono, Qiufan parla dei mali del mondo moderno con uno spietato resoconto sull'altra faccia del progresso: lavoratori sfruttati e privati del loro potere decisionale da capi a cui non frega niente se la gente muore o meno perché pensano solo al profitto; boss delle multinazionali che prima partecipano attivamente al depauperamento e poi si rendono conto che il mondo va male proprio per questo, perché si è sbagliato qualcosa nel processo – e quel qualcosa è che non si doveva inquinare fin dall'inizio.
Che mondo lasceremo, quindi, alle prossime generazioni ma, soprattutto, ce ne sarà ancora uno?  



In definitiva è un libro imperdibile per chi vuole riflettere su temi quanto mai attuali e che, grazie alla scrittura avvincente, terrà fino alla fine incollati alle pagine, facendovi chiedere se, in fin dei conti, la distopia narrata da Qiufan sia davvero tale o è già realtà.




Recensione a cura di:








Non perdere nessun aggiornamento sui prossimi post:









Si ringrazia la CE Mondadori per l'invio del libro digitale





Briciole di memorie..racconti di vita. La mia.

|BRICIOLE DI MEMORIE| Considerazioni sulla festa della donna (A.D. 2020)

marzo 08, 2020



Bentornati, miei amati lettori!
In questi ultimi anni mi sono limitata a pubblicare quasi esclusivamente recensioni e non ho inserito molte Briciole di Memorie – super mea culpa –, ma oggi è la festa della donna e, complice facebook, ho ricordato che l’anno scorso avevo scritto una riflessione in merito e volevo condividerla anche con voi.
Ho solo cambiato l’anno di riferimento, il resto è rimasto invariato.
  
Buona lettura <3




Tutto parte da una foto.


Cos'è la foto?
L’etimologia ci suggerisce che, dal greco, “foto-grafia” significa “scrittura con la luce”.
Non è un mistero che i veri fotografi giocano con le luci e le ombre, ma oggi non parlerò di cosa significa lavorare nel campo.
Parlerò delle foto nel significato comune.



Ho posto la stessa domanda ai ragazzi che mi seguono su instagram e le risposte sono state tutte concordi: “immortalare un momento che non tornerà più, di cui conserveremo per sempre un ricordo.

Non potrei trovarmi più d’accordo: ciò che ho sempre amato del mio lavoro (uno dei due, lavoro anche come editor) è rendere immortali momenti di gioia.
Le foto sono sì belle, ma portano dietro un enorme fardello: vengono post-prodotte. Qui non apriamo il dibattito sul fotoritocco invasivo e quello di classe, altrimenti finirei di scrivere il mese prossimo (forse), ma chiedetevi almeno quanto ci sia di vero nella cartellonistica pubblicitaria: capelli folti e luminosi quando in realtà sono mosci e spenti, visi di 60enni ringiovaniti magicamente, cellulite scomparsa... roba che se si vedono dal vivo nemmeno si riconoscono. Un po’ come le luci accecanti di Barbara D’Urso, che tra poco avrà come valletti gli angioletti.



Adesso che avete riflettuto su quanto è bello avere il fotografo che ti raddrizza il setto nasale meglio del chirurgo plastico, vi invito a porre l’attenzione su un’altra cosa basilare: il trucco.
Le MUA (make-up artist) che collaborano con noi e rendono le modelle splendide, operano restauri e cambiano i connotati per uniformare e rendere belle anche i cessi a pedali. Del resto lo dico sempre che le MUA e i parrucchieri dovrebbero stare sempre in un taschino.


Posto, quindi, che una bella foto con una bella modella è una somma bella corposa di elementi – fotografo, truccatore, parrucchiere, modella, ecc. –, fatemi capire cosa c’é di reale.
Lo so, è un controsenso: parlo proprio io che ci vivo e lavoro, ma se cambio per un attimo il “ruolo” e divento io la “modella”... tutto cambia.



Ho avuto l’opportunità di fare la modella qualche volta, per gioco e studio, ma non mi è mai piaciuto.
Sono diventata quella che non sono.
Una volta ho fatto la post su una mia foto e ho tolto le occhiaie: neanche a dirlo che quella era una sconosciuta.
Ma devi lavorare e devi sapere realizzare i desideri del cliente per diventare un professionista, quindi vai di ritocchi e trucchi per cambiare i connotati alla non-piú-mia-foto.



È stato in quel momento che mi è sorto un dubbio: la gente chiede i book per ricordare com'era quel giorno o per apparire quello che non è?

E, ahimè, ho trovato risposta.


~~~


Anno Domini 2020.

Se cambi una foto sui social ed hai i capelli sistemati, sei truccata, hai il filtro levigante anti-difetti, sei messa in posa e sei piuttosto guardabile, riceverai:

- Una media settimanale di 45 richieste d’amicizia al giorno;
- Torneranno i vecchi casi umani che avevi a suo tempo fanculizzato;
- Sbucheranno fuori dal nulla nuovi casi umani come i funghi;
- Ti pregheranno di fargli la cortesia di uscire con loro quasi emulando lo zerbino e adducendo inutili motivi per farti dare quell'assenso che non ci sarà mai;
- Ti chiederanno di essere la loro trombamica  bonjour finesse, proprio;

- Ti manderanno in dm la foto dei doni generosi di quella Madre Natura che, purtroppo, da matrigna cattiva si è limitata solo a quello e non gli ha fornito anche un cervello;
- Ti manderanno un semplice “ciao” dopo mesi di silenzio che ti farà incazzare più della somma delle cose sopra elencate.



Ragazzi, io capisco tutto ma ripigliatevi.
È una strammaledetta foto, è bellina ma è solo una foto.
Sono io?
Sì, sono io.
Ma non rispecchia la piena verità.
Se mi incontrate per strada sono struccata, se mi incontrate al supermercato ho la tuta, se mi beccate a prendere i pacchi dal postino ho i capelli arruffati. È normale che se mettessi qui una foto al naturale sarei equiparabile a Mariangela Fantozzi.
Ma ai maschi non gliene frega: ragionano solo con il metro di misura “ha la quinta-scopabile” o “ha la retromarcia – assolutamente non scopabile.”




Mi chiedo, quindi, il motivo di festeggiare questo 8 marzo quando si vanificano anni di lotte per il diritto al voto, all'uguaglianza, al rispetto che ci meritiamo ma non ci viene passato neanche con la mutua.


Se metto una maglietta scollata sono una troia, se metto la minigonna sono una puttana, se metto il tanga e mi violentano me la sono cercata, se mi uccidono chissenefrega.
Se ho un cervello e ragiono sono da isolare in quanto pericolosa.



Ditemi, sul serio, cosa si festeggia.


Pensateci, quando fate i cascamorti con una foto.
Perché la foto può essere perfetta e bella, ma la donna dietro è piena di difetti e non gliene frega di occultarli.
Pensateci, quando riaprite la bara in cui vi eravate chiusi, che sono la stessa a cui avete detto “se fossi stata più magra mi sarei potuto innamorare di te.”
Pensateci, prima di rompermi le sacre palle rotanti, che, nonostante la dieta, ho ancora le tette, non sono Miss Italia e sono rimasta la stessa “sirena in sovrappeso” (cit. del mio ex – grande bestia).


Pensateci.
Perché io non dimentico.
Perché le Donne, quelle vere, se ne fregano delle vostre adulazioni e danno peso ai gesti reali.
Quindi continuate a parlare con la foto e sperate che, anche se inanimata, non vi mandi a quel paese anche lei.
E ne avrebbe tutto il diritto.


Cos'è per voi, dunque, una foto?

~~~

Benvenuti nell'era del medioevo digitalizzato, signori miei, dove la cultura del visivo soppianta la realtà.
E va bene così, perché tanto si è castrati dalla tecnologia.

Buon 8 Marzo 2020.



👑










Non perdere nessun aggiornamento sui prossimi post:















recensioni

|REVIEW PARTY| Loki. Il giovane dio dell'inganno - Mackenzi Lee

marzo 04, 2020










Non è ancora giunto il momento di misurarsi con gli Avengers: per ora il giovane Loki è impegnato al massimo delle sue forze per dimostrarsi eroico, mentre tutti intorno a lui lo ritengono inadeguato. Tutti tranne Amora, l'apprendista maga, che sente Loki come uno spirito affine e riesce a vedere la sua parte migliore. È l'unica che apprezzi la magia e la conoscenza. Un giorno però Loki e Amora causano la distruzione di uno degli oggetti magici più potenti conservati ad Asgard e lei viene esiliata su un pianeta dove i suoi poteri svaniscono. Privato dell'unica persona che abbia visto la sua magia come un dono piuttosto che una minaccia, Loki scivola sempre più nell'ombra di suo fratello Thor. Ma quando tracce di magia vengono ritrovate sulla Terra e messe in relazione con alcuni omicidi, Odino manderà proprio Loki a scoprire cos'è successo. Mentre si infiltra nella Londra del diciannovesimo secolo, la città di Jack lo Squartatore, Loki intraprenderà una ricerca che va oltre la caccia a un assassino. E finirà per scoprire la fonte del proprio potere e quale sarà il suo destino.













Loki è ben lontano dall'essere il dio dell’inganno che ha fatto innamorare perdutamente gli spettatori nei film dell'MCU: in questo romanzo è solo un ragazzino in cerca di se stesso che vive per cercare di ottenere l’approvazione del padre Odino e all'ombra del fratellastro Thor, un guerriero che non brilla certo per l’intelligenza e l’arguzia ma, nonostante questo, è colui che erediterà il trono di Asgard.
L’unica che lo capisce e lo accetta è l’Incantatrice Amora, ma in seguito ad una bravata finita male viene esiliata, lasciando il giovane Ingannatore di nuovo da solo. Il principe cadetto di Asgard, però, in costante competizione con Thor e, in seguito alla disastrosa missione di ricerca delle Pietre delle Norne, viene spedito dal Padre degli Dei sulla Midgard (la Terra) del diciannovesimo secolo ad investigare insieme alla S.H.A.R.P. Society su delle morti inspiegabili che sono causate da qualcosa di sovrannaturale.



Mackenzi Lee ha scelto coraggiosamente di coniugare mitologia norrena, comics e film dell'MCU per rendere unico un personaggio controverso e particolare, ambientando la narrazione tra Asgard e Midgard e inserendo tematiche femministe e LGBT+ in un libro che, in fin dei conti, è uno young adult dai toni fin troppo prevedibili per lettori che hanno superato il target di riferimento.
Questo però non lo rende meno bello: è scorrevole e dinamico, ed è apprezzabile che l’autrice abbia inserito, grazie al tramite di Loki, la sua visione paritaria di genere che, al momento, sembra un tantino utopistica – purtroppo per noi siamo nel 2020 ma, per quanto riguarda i temi caldi e sensibili, sembra di essere davvero nella preistoria.  



In definitiva è un libro gradevole che saprà conquistare chi è rimasto folgorato dal Loki cinematografico, con la presenza di personaggi creati ex-novo e alcuni che erano presenti solo nei comics e nella mitologia ben caratterizzati e tridimensionali, che non mancherà di catturare fin dalla prima pagina e che offre uno sguardo inedito sulla psiche di uno dei villain più amati di Casa Marvel.






Curiosi di vedere qualche fan art su Loki? 
Cliccate qui per vedere la mia tappa del BlogTour!





Recensione a cura di:








Non perdere nessun aggiornamento sui prossimi post:









Si ringrazia la CE Mondadori per l'invio del libro digitale





manga

|RECENSIONE MANGA| Lo sfigatto & Lo sfigatto fallisce ancora (Nekonaughey vol. 1 & 2) - Q-Rais

marzo 04, 2020









È successo a tutti noi almeno una volta, o forse ogni volta: torte che non lievitano, lattine che non si aprono, linguette che si strappano, azioni di tutti i giorni che proprio non ne vogliono sapere di riuscire come si deve. In questi casi si può imprecare con veemenza, in preda alla rabbia... oppure reagire pacatamente con la sommessa mestizia dello Sfigatto, il paffuto e adorabile gattone che ha conquistato l'Asia.









Volere è potere? No, non sempre: a volte la volontà e l'impegno non bastano per riuscire nei propri intenti. Proprio come accade al nostro Sfigatto: maggiore è il numero degli interessi che coltiva e delle imprese in cui prova a cimentarsi, maggiore il numero dei colossali fallimenti che finisce per accumulare. Ma il nostro sornione amico non si lascia scoraggiare, seppellendo con la sua proverbiale pacatezza ogni difficoltà e ogni insuccesso. Il secondo volume delle disavventure del paffuto e adorabile gattone.











Al giorno d’oggi è difficile ridere durante la lettura di un manga. Ebbene, con Lo Sfigatto e Lo Sfigatto fallisce ancora ci si riesce, ma in modo da far riflettere sulla quotidianità lasciando un sorriso.



Il bizzarro gattone in sovrappeso disegnato da Q-Rais (al secolo Yusuke Sakamoto) in entrambi i volumi è protagonista di strisce di piccole sventure che saranno capitate a tutti noi, come la linguetta di una scatoletta che si rompe e rende inaccessibile il contenuto, il gelato che si scioglie totalmente e finisce per terra, i fuochi d’artificio a bastoncino che si spengono subito, fallire nella corsa per perdere peso e nell'andare in palestra, nei videogame, (soprattutto) nel cucinare qualcosa, nel trovare vuoto lo scaffale degli hamburger preferiti, trovare uno scrigno pieno di tesori per addormentarcisi dentro o trovare una pianta medicinale e…mangiarsela! (Non dimentichiamo che lo Sfigatto è pur sempre un gatto!)



Ogni strip è minimale e di semplice comprensione ma mai banale, in cui tutti si possono immedesimare anche senza l’ausilio delle parole. La ricetta del successo è sicuramente l’abilità di Q-Rais nel non far dilungare per più di quattro vignette scene di ordinaria quanto sfigata quotidianità e rendere protagonista un gatto buffo, tenero e pacioccone che proprio non riesce ad arrabbiarsi per i suoi continui fallimenti. 
Ma attenzione: nonostante le millemila sventure, ogni tanto il nostro anti-eroe riesce ad avere un “Success” che rende tutto ancora più godibile e riesce a ricordarci che è bene provare, ma se non si riesce a vincere c’è sempre la consolazione di non essersi persi d’animo.
Non è dunque difficile comprendere come mai, in patria, sia amatissimo: Nekonaughey conquista i cuori per la dolcezza e il saper ricordare al lettore che, nonostante tutto, c’è sempre il lato positivo anche nelle avversità – una filosofia orientale che dovremmo mettere in pratica anche noi occidentali.




Corredato da note a fine volume che spiegano, in alcuni casi, i significati del contesto in cui Lo Sfigatto si muove e interagisce, sono entrambi dei volumi che insegnano a prendere la vita per come viene, con un pizzico di filosofia.





Recensione a cura di:








Non perdere nessun aggiornamento sui prossimi post:










Si ringrazia la CE Edizioni Star Comics per l'invio dei manga






blogtour

|BLOGTOUR| Aurora Rising - Amie Kaufman & Jay Kristoff

marzo 04, 2020



Bentrovati, miei adorati lettori! 


Oggi ospito la seconda tappa del BlogTour dedicato ad Aurora Rising di Amie Kaufman & Jay Kristoff!
Di cosa parleremo? Dei libri non ancora editi in Italia della straordinaria Amie!







È l'anno 2380 e ai cadetti dell'ultimo anno dell'Aurora Academy sta per essere affidata la prima vera missione. L'allievo migliore della scuola, Tyler Jones, sa che, proprio in virtù della sua eccellenza, gli verrà concesso di comporre a suo piacimento la propria crew e per questo sogna già di reclutare la squadra perfetta. Peccato che, a causa del suo voler fare l'eroe a tutti i costi, come punizione gli vengano assegnati d'ufficio i cadetti scartati da tutti gli altri compagni. Il dramma è che non è nemmeno questo il problema principale di Ty, dato che, dopo aver risvegliato da un sonno che durava duecento anni Aurora Jie-Lin O'Malley, scopre che proprio lei potrebbe innescare una guerra millenaria e che, ironicamente, proprio lui e i suoi disperati compagni potrebbero essere l'ultima speranza per l'intera galassia.







Amie Kaufman è diventata celebre in Italia con la serie degli Illuminae Files (uscito in patria nel 2015 e arrivato da noi l'anno dopo), ma la scrittrice era già famosa per aver scritto, dal 2013 al 2015, la Starbound Trilogy insieme a Megan Spooner che si compone dei seguenti libri:







Sempre come co-autrice con Megan Spooner, ha scritto la duologia Unearthed, composta da:


Unearthed (2017)
Undying (2019)



Ma è nel 2018 che, con la serie Elementals, compare come unica autrice e sempre nel settore della letteratura per ragazzi. La serie non è ancora conclusa e, quest'anno, dovrebbe uscire il terzo volume.


Ice Wolves (2018)
Untitled (2020)




Ed eccoci arrivati alla fine della tappa!
Questi erano i libri inediti in Italia di Amie Kaufman (che ci auguriamo vengano tradotti al più presto) e vi invito a leggere gli altri approfondimenti riguardanti le opere dei due autori di Aurora Rising a cura delle talentuose blogger con cui condivido la tappa:


Un libro e una tazza di te'
La lettrice sulle nuvole
Anima in penna
Deb's Court of Dreams



Se siete curiosi di sapere cosa penso di Aurora Rising?
Clicca qui per leggere la recensione!



Seguite le precedenti e le prossime tappe di questo Blogtour, sono curate da blogger fantastiche!







Tappa a cura di:











Non perdere nessun aggiornamento sui prossimi post:














NEWS: Ogni giorno tante novità! Aggiungici ai LETTORI FISSI e seguici sui social per non perdere nessun aggiornamento!

Seguimi su Facebook


creative commons

About Me

Facebook