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|RECENSIONE FILM| Dumbo - 2019

settembre 16, 2019








Nome film: Dumbo
Diretto da: James Ponsoldt
Anno: 2019


Principali interpreti: 

Colin Farrell
Danny DeVito
Eva Green














La storia dell'elefantino Dumbo, preso in giro per le sue grandi orecchie, che troverà il modo per riscattarsi e trovare la sua felicità.










Può contenere spoiler





Come potrebbe Dumbo, quell’adorabile elefantino dagli occhi color cielo del mattino e dalle orecchie sproporzionate, non intenerire il cuoricino degli spettatori? Appena il baby pachiderma entra nel campo visivo si attiva la modalità voglia di riempirlo di coccole e moine. 



Naturalmente tutti, o quasi, conosciamo la storia del piccolo elefante volante, avendo visto il cartone animato da bambini ma, mentre quello vedeva Dumbo come il protagonista assoluto della storia, nel live action spicca e si impone la figura umana che, nella versione animata, aveva un ruolo marginale e di comparsa - per esempio il topolino Timoteo viene sostituito da due bambini depressi -, creando una storia più articolata rispetto alla precedente e ne è venuto fuori un intreccio tutto nuovo, complice un pizzico di fiabesco e crudezza, con personaggi ben caratterizzati e che fila fino alla fine. 



Ci troviamo negli Usa, alla fine della prima guerra mondiale. Alle soglia degli anni '20, Holt (interpretato dall'affascinante Colin Farrel - detto "prezzemolino") ritorna nella compagnia circense I fratelli Medici, (che è provvisto di trenino sulle cui carrozze sono raffigurate tutte le specie animali che schiavizzano) con un braccio solo. Reduce di guerra, è intristito anche dalla morte della moglie con cui condivideva la passione per i cavalli: era equestre il loro numero vincente durante le esibizioni. 
Ad attendere l'arrivo di quest'uomo spezzato vi sono i due figli Milly (una bambina dallo sguardo depresso e un po' inespressivo, appassionata di esperimenti scientifici) e Joe (pure lui depresso ma con un velo di gioia in più rispetto alla sorella) e naturalmente il capo del circo Max Medici (Danny DeVito), un ometto tarchiato sniffa guadagni, che afferma di aver venduto i ronzini per un bisogno necessario di liquidità perché convinto che Holt non potrebbe riproporre i suoi famosi numeri da cavallerizzo con un braccio monco.



Ma per risollevare il morale di Holt, Max Medici gli assicura di avere una valida alternativa in serbo per lui: un'elefantessa incinta di nome Jumbo. 
Per ragioni più razionali e naturali, nel live action non abbiamo le cicogne che portano i cuccioli alle mammifere del circo, perciò i genitori dei piccoli spettatori dovranno spiegare come in effetti un elefantino viene al mondo. 
Consiglio di iniziare dalla storia dello stame e del pistillo ;)



Dunque, Holt accoglie la notizia in modo esilarante quanto approverebbe l'idea di un repentino arruolamento nell'esercito; al contrario i bambini tristi sono entusiasti, soprattutto alla nascita del baby elefante. L'odore di soldi per il nuovo arrivo manda in visibilio il padrone del circo, finché non si ritrova davanti un esserino timido tutto orecchie. 
"Un mostro buono solo da infagottare come un clown", viene definita la creatura appena affacciatasi a quella vita di sfruttamento. 
Tutti gli altri artisti circensi trovano il piccolo un po' buffo, ma gli riservano sguardi pietosi e di affetto, pronti a coccolarlo nonostante quell’evidente difetto. 
Ha parlato la donna cannone che si veste da sirena.
Ed è qui che udiamo la celebre canzone:
Bimbo mio vieni quiii. Noo non piangeree cosìì...


Ma siete ciechi?? È carinissimo. 
La versione bebè nel passeggino è micidiale per quanto è adorabile.  


Dumbo, inizialmente chiamato Jumbo come la madre, muove le prime zampe in un mondo tutt'altro che roseo e premuroso, deriso da ignoranti bambocci sparsi sulle tribune, infine strappato dalla sua figura materna a causa di un brutto incidente fomentato dalla stupidità umana. 
Rimasto solo, nella sua triste tenda, Dumbo, depresso, viene importunato dai bambini depressi Milly e Joe, i quali cercano in tutti i modi di tirare su il morale al piccoletto ed è grazie alle loro delicate attenzioni che si scopre il talento scioccante dell’adorabile elefantino: basta una piuma stretta nella proboscide e Dumbo vola come un aeroplano sfruttando le sue orecchie come delle ali. Tant'è che le prospettive di tutti cambiano radicalmente: i bambini hanno trovato uno scopo e Max Medici vede montagne di dollari piombargli sul cilindro, difatti la performance volante dell’elefantino è un successone, tanto da attirare l’attenzione di un certo imprenditore del settore, il ricco sfondato signor Vanverde (Michael Keaton), che dichiara di voler assumere gli artisti del circo Medici al completo - suppur Max non ne sia molto entusiasta. Ed ecco che la truppa di circensi viene trasferita nel gigantesco parco divertimenti di Vanverde, completo di palazzo extralusso in stile indiano in cui alloggiare. Persino Milly osserva il luogo con ammirazione, incantata dagli stand sulle scienza e i primi cinematografi. 
L’impresario - classica faccia melliflua, più falso di una pianta finta comprata dai cinesi - costringe la sua protetta Colette (Eva Green), una trapezista esperta, a preparare un numero eclatante che la vede sul dorso di Dumbo, in aria.
Diciamoci la verità, lei nemmeno ci credeva a un Dumbo volante, perciò all'inizio era convinta di farsi due risate. Appena le viene mostrata la verità, Colette fa una smorfia da “Col cavolo che ci salgo sopra”. Ma ad aiutarla nella preparazione ci sono Holt (con del prevedibile tenero tra loro) e i figli non più depressi. 
Il successo è assicurato ma, alla prima esibizione, le cose non vanno bene come tutti si aspettavano. 
Non voglio raccontare oltre, lasciamo un briciolo di non detto per chi non l'ha ancora guardato.



Se vi interessa il mio parere, per me è uno dei live action più riusciti insieme al Re Leone (qui la recensione), sebbene l'intreccio differisca in alcuni punti dalla storia originale ma che comunque ne mantiene lo spirito: tra le altre, è stata carina anche la scena in cui Dumbo vede gli elefanti tra le bolle di sapone.



Per molti Tim Burton è una garanzia e su questo film in particolare mi trovo d'accordo, più un cast certo degno di una pellicola di successo. 
Anche se io adoro Eva Green, è una delle mie attrici preferite, quindi mi sento molto di parte.

Mi piacerebbe sapere il vostro parere e vi do appuntamento con i prossimi film in carrello.








Recensione a cura di:






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|RECENSIONE SERIE TV| Manifest (2018-)

agosto 24, 2019










Titolo originale: Manifest
Anno: 2018 – in produzione

Genere: Fantascienza, azione

Principali interpreti:
Melissa Roxburgh
Josh Dallas












Quando il volo 828 della Montego Air dalla Giamaica a New York City atterra dopo un viaggio turbolento, ma di routine, i 191 passeggeri dell'aereo e il suo equipaggio apprendono che, mentre sono passate solo poche ore per loro, il resto del mondo li ha considerati dispersi - e presunti morti - per oltre cinque anni e mezzo.







Come tanti altri curiosi spettatori del piccolo schermo, ammetto in primis la mia insana curiosità e sono rimasta molto colpita, già dalle prime puntate, dalla serie andata in onda su Canale 5 Manifest, sbarcata in Italia nel mese di Luglio 2019 e che mi ha tenuta incollata fino alla conclusione della prima stagione. 


Di primo acchito la serie si preannuncia come appartenente al filone paranormale e mistery, oserei dire che il surreale potrebbe metterci il suo zampino, sperando che mantenga un minimo di logica. 
Ero indecisa se imbarcarmi o meno in questo viaggio, memore delle ultime puntate del più famoso Lost - una serie che amavo tantissimo fino a un finale discutibile e, per certi versi, incomprensibile, sempre a mio parere naturalmente. 
Ho comunque dato una chance a Manifest e, come supponevo, si è dimostrata interessante e incalzante grazie alla suspence e all'intreccio complesso, tanto che i miei neuroni si sono scervellati per trovare la soluzione prima che venisse svelata, sebbene gli autori ci lascino in sospeso in vista di una nuova stagione, rivelando un minimo di indizi che offrono altri punti interrogativi. 
Perché già non ce n'erano, eh!  
Non vorrei che si allungasse il brodo inutilmente e si perdesse il filo iniziale, perciò io mi auguro che mantenga un senso seppur si andrà a parare in territori surreali.  


Ma spieghiamo grosso modo quello che accade, senza addentrarci nello spoiler che rovinerebbe la suspence: come nel caso di Lost, Manifest gira intorno al mistero di un volo di linea scomparso, seppur l'aereo in questione, dopo una terribile turbolenza, giunga a destinazione con a bordo tutti i 191 passeggeri sani, salvi e inconsapevoli di ciò che li attende, poiché non sembra esserci alcunchè di anormale fino a quando, appena messo i piedi al suolo dell'aereoporto, non si scopre che per il resto del mondo sono trascorsi ben 5 anni e loro dati inevitabilmente per dispersi, mentre per i passeggeri sono passati soltanto poche ore di viaggio. Tutti sono increduli dalla notizia e nessuno riesce a spiegarsi come il tempo sia andato avanti senza di loro, inoltre questo "contrattempo" scombussolerà la nuova vita dei parenti degli interessati, le cui esistenze, nel bene e nel male, sono andate avanti, stravolgendo gli equilibri che si sono creati durante la scomparsa dei loro cari. 
E' come se i pezzi di un puzzle si guastassero e non combaciassero più. E' il caso di Michaela, di suo fratello Ben (l'interprete è Josh Dallas, il principe azzurro di Once Upon a Time che molti ricorderanno) e del figlioletto Cal, malato di leucemia, tra i protagonisti principali essendo presenti sull'aereo incriminato, che seguiremo passo dopo passo durante le puntate. Michaela era una poliziotta in un momento di pausa, sconvolta dalla morte di una sua amica in un brutto incidente stradale che la vedeva coinvolta direttamente, perciò si era concessa una vacanza in Jamaica insieme alla famiglia e a quella del fratello, indecisa se accettare la proposta di matrimonio del fidanzato Jared. Per lei è un colpo tremendo sapere che lui, in quei 5 anni di vuoto in cui la credevano morta o affogata chissà dove, si è sposato con Lourdes, altra amica di Michaela.
Per la serie "mai presentare le amiche al proprio ragazzo". 
Poveretti, mica sapevano che lei era viva e magari rapita dagli alieni. 
Sì però mi pare brutta 'sta cosa. 
Un'altra no? 
Pure io ci rimarrei male.
Anche Jared ci è rimasto male. ha una faccia che dice: "Mò che si fa? Mollo la mora e mi ripiglio la bionda?? Sarebbe poco carino, ma mi sa che ho fatto na cazzata."
Andiamo avanti, va.
Ciò manda la ragazza in totale confusione, si sente tradita da entrambi e non riesce a comprendere quale sia il suo posto. 
Abbiamo un altro molto confuso: Ben.
La moglie Grace lo accoglie tra lacrime e abbracci, eppure non sarà facile recuperare un rapporto da parte di lei, essendosi ritrovata vedova per cinque anni e vedendo riapparire il defunto marito da un giorno all'altro. Inoltre Ben dovrà imparare a conosce sua figlia Olive, gemella di Cal, ormai un'adolescente e per lui un'estranea.
Apparentemente, l'unico che sembra fregarsene è Cal, rimasto bambino in confronto alla gemella e sempre malato. Per uno scherzo del destino, a lui giova l'esser rimasto indietro quegli anni, poiché nel frattempo sono state sperimentate nuove cure contro la leucemia, frutto di una ricerca inviata dal computer di un'altra passeggera del volo misterioso, Saanvi, che includerà il bambino nella sperimentazione.
In pratica è l'unico che ci ha guadagnato. 
Un po' inquietante.
Ma non è di certo finita qui: per tutti i superstiti non sarà facile inserirsi nella nuova società, senza contare che l'opinione pubblica mantiene i riflettori accesi sulla vicenda, tra chi li eleva a miracolati o a portatori di sventure, altri, come i servizi governativi, non si danno pace per scoprire cosa sia successo realmente durante il volo.  
Si hanno delle supposizioni: un rapimento alieno? 
No, poco probabile.
Un passaggio spazio-temporale? 
Non sarebbe da scartare come ipotesi.
Vi è un altro quesito a tormentare i passeggeri; le cosiddette voci o chiamate che loro avvertono nella mente, strane intuizioni e sussurri che incitano i protagonisti a compiere delle azioni che si rivelano provvidenziali, che pare collegare tutti in un unico progetto dalla moralità discutibile: la domanda è di chi?


Personalmente ho presupposto che la scomparsa sia stata programmata in vista un esperimento di scienziati senza scrupoli, qualcosa fa intendere questa ipotesi ma, come accennato agli inizi, veniamo lasciati con più punti di domanda che certezze ed è uno pensiero da prendere con le pinze. 
Ci toccherà attendere la prossima stagione.







Recensione a cura di:






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Film - Confessioni di una critica cinematografica

|OBBROBBRIOMOVIE| The circle - 2017

aprile 11, 2018








Nome film: The Circle
Diretto da: James Ponsoldt
Anno: 2017
Data di uscita nelle sale: 27 Aprile 2017 (IT)

Principali interpreti: 

Emma Watson
Tom Hanks
John Boyega














Mae Holland è figlia unica in una famiglia di condizioni economiche modeste. 
Suo padre è affetto da sclerosi multipla e non può permettersi le cure costose che gli sarebbero necessarie. 
Mae lavora presso un call center ed è rassegnata a un'odissea di precarietà e invisibilità sociale. 
A sorpresa, la sua amica Annie riesce invece ad assicurarle un colloquio con l'azienda futuribile per la quale lavora, The Circle, che assume cento nuovi dipendenti alla volta. 
E Mae supera il colloquio, entrando in un universo parallelo che supera ogni sua immaginazione: un campus popolato da migliaia di giovani che lavorano insieme e frequentano le attività ludiche e sportive incessantemente organizzate dai due direttori dell'azienda, Eamon Bailey e Patton Oswald.














Per la serie “Film di cui non ne sentivamo l’esigenza neanche lontanamente”: eccovi servita la recensione di The Circle, film campione di flop del 2017 ed ispirato all’omonimo libro distopico bestseller del 2013 di Dave Eggers.



A me dispiace prendere in oggetto un film e demolirlo fotogramma per fotogramma.
Seriamente.
Perché comunque è stato svolto un lavoro, per quanto approssimativo sia.
Forse scelgo male i film da vedere, forse ho aspettative troppo alte, forse le idee geniali sono proprio finite e pace.
Farò meglio ad abituarmi a questi scempi.
E voi alle mie recensioni dissacratrici.





Prima di iniziare vi dico che scriverò TUTTA la “trama” – purtroppo non ho trovato un altro aggettivo per descrivere il nulla cosmico del film – ed anche il “finale” 
(ma tanto vi anticipo che non ci ho capito nulla, quindi bene così e farò anche le mie famose supposizioni)









Ciao a tutti, sono Mae ed ho un Nokia 3310 in barba agli Iphone





Mae è una ragazza di provincia, adora fare gite in kayak in solitaria ed ha un pessimo lavoro sottopagato e non può permettersi di aiutare suo padre per curare la sclerosi.
Fin qui, più che distopico, il film sembra ambientato in Italia e non nel futuro, ma nel presente disastrato dei ragazzi senza futuro.






Vieni a lavorare a The Circle, abbiamo i biscotti ;)






Un bel giorno, però, viene contattata dalla sua amica Annie, che la invita a fare un colloquio a The Circle, una specie di colosso futuristico che ha implementato le funzionalità di Google e Facebook e fornisce gadget ipertecnologici che farebbero luccicare gli occhi a tutti i nerd senza speranza di guarigione (e che come bonus rinchiude i suoi dipendenti in una sorta di campus a mo’ di prigione dorata extralusso che Dubai, a confronto, è un quartiere povero).
La giovane, idealista, ingenua, friendzonatrice (sì, perché il suo amico d’infanzia Mercer ci prova ma lei risponde picche e fa finta di non capire) Mae verrà assunta mai?
Che domande!
Ovvio, se no il film mica si poteva sviluppare.





Che lavoro di merda, ma il 27 (giorno di paga) è uno stile di vita




La assumono con un contratto che sembra tanto uno di quelli da call-center italiani (quindi ad iper-sfruttamento) ma con la differenza sostanziale che ha uno stipendio da favola e l’assistenza sanitaria estendibile anche ai familiari (forse è un futuristico/distopico proprio per questo).






Che lavoro di merda pt.2: anche i colleghi sono deficienti -_-





In sostanza, ogni giorno deve totalizzare il 100% di feedback per la risoluzione dei problemi (che non si capisce quali siano) e deve obbligatoriamente partecipare a delle feste per i dipendenti ed aggiornare i social, questo perché “Si deve condividere tutto in questa enorme famiglia che è The Circle!!111!!!!1111!!!” (cit. i colleghi psicopatici che hanno la sindrome acuta da ficcanaso negli altrui affari).





Ma guarda quanti idioti lavorano per The Circle!





Ogni venerdì, Bailey, uno dei fondatori di The Circle, tiene una conferenza per tutti i dipendenti, e mostra le nuove tecnologie prodotte.
Ma a noi non cambia la vita sapere che ‘sto tizio con manie di grandezza ha inventato una telecamera Full HD che è grande quanto una nocciolina, si può mimetizzare ovunque e che avrà il prezzo dei pantaloni dei cinesi e chissenefrega della privacy.





CHISSENEFREGA DELLA PRIVACY!






Naturalmente Mae, che ancora tiene agli affari suoi, passa il weekend senza aggiornare i social (per la felicità dei suoi colleghi spioni) e, presa dalla disperazione che suo padre non migliora nonostante le cure, va a fare un giretto sul kayak rubato, di notte, infrangendo almeno millemila leggi e rischiando di morire per annegamento (sì, perché questa scema che conosce il kayak da anni ad un certo punto si dimentica come si pagaia).
Roba che Hermione Granger l’avrebbe come minimo cruciata, poi avadakedavrizzata e le avrebbe anche raccomandato di “rivedere le sue priorità”.





Scusami, scusami tanto, Mae: PETRIFICUS TOTALUS!





Insomma, 'sta tizia viene salvata in tempo zero da due droni di salvataggio (perché privacy zero e se stai a pagaiare da sola di notte è solo un’illusione, perché ci sono ovunque quelle videocamere) ed addio fine della prima, straziante, mezzora.







Sei una tizia fuori come un balcone: ci piaci e ti assumiamo!






Mae, dopo un colloquio/lavaggio del cervello da parte dei fondatori di The Circle, accetta di essere la prima beota persona ad indossare una telecamerina (ovviamente Full HD) con la quale può comunicare con i suoi followers sparsi per il mondo e condividere ogni momento della sua vita.






Anvedi te 'sta stronza: mi ha fregato il lavoro -_-





Alla faccia di Annie, che per tutto il film si fa in quattro per farsi notare da oltre un anno, prende delle pasticche di non so cosa per bloccare il sonno e renderla attiva, beve sempre caffè e si fa venire una crisi isterica in preda all’invidia più selvaggia.






Hello followers, oggi è una splendida mattina e mi sono appena svegl....MA CHE ME FREGA!





Da qui in poi, Mae fa emergere l’Hermione Granger prepotente sopita in lei (versione undicenne ma palesemente più stupida) e diventerà una saccente proponitrice di idiozie idee che sfociano nel ramo del paranormale: la più epica delle sue sparate è stata quella di obbligare tutti i cittadini aventi diritto a votare tramite il social The Circle per eliminare le astensioni e le schede nulle, oltre che far risparmiare miliardi allo Stato e farli guadagnare ai fondatori dell’App.
Emozionante, nevvero?
Adesso ditemi se, con il voto da App, esiste ancora il diritto alla segretezza.
Ah, vero: siamo tutti una big community e chissenefrega della privacy pt.2.






Mi manca solo di pubblicare un libro a caso e diventerò più popolare degli Youtuber! Gnagnagna :P






Dopo molte mezzore a vedere Mae (ormai è diventata una web star che youtuber vari levatevi proprio) che parla sola come una scema – cosa che peraltro è – anche mentre si lava i denti o fa plinplin, fortunatamente avviene qualcosa che, nella mente della famosa accoppiata vincente Regista&Sceneggiatore avrebbe dovuto svegliare il moribondo spettatore: fanno schiattare male Mercer.
Per farla breve: Mae, che ormai presenta le famose riunioni al posto di Bailey, dà il via ad un nuovo quanto inutile progetto chiamato SoulSearch, che in meno di venti minuti trasmette nome e foto del “ricercato” a tutti gli iscritti a questo social e permette di rintracciare…chiunque.
Il primo esperimento va bene: cercano e braccano un’assassina ricercata in meno di dieci minuti e la Polizia mutissima.
Il secondo un po’ meno: la folla chiede a gran voce di cercare Mercer, e lo trovano mentre si sta facendo gli affaracci suoi (forse è l’unico, in questo film) a casa sua.
Ovviamente, per fuggire dalla folla di invasati pro-The-Circle prende il furgone e dà il via ad una brevissima quanto patetica corsa che fa rimpiangere gli inseguimenti mozzafiato di The Bourne Identity della durata di oltre cinque minuti buoni.    
Naturalmente, arrivati al ponte, la macchina sbanda e cade.
Sotto gli occhi di Mae.




"Mae usciamo stasera?" - "Certo, ti faccio sapere domani"




R.I.P Mercer, insegna agli angeli come farsi friendzonare nelle uniche due scene in cui ti si vede.






Era meglio il Nokia 3310



Ad ogni modo, nell’ultima parte del film – grazie al cielo – Mae torna a casa, spegne la videocamera per tre giorni e fa finta di essere addolorata per la perdita di Mercer.
Fa finta, perché non piange, non urla, non fa nulla se non dormire.
Dicevi a tutti che era il tuo amico e non ti senti in colpa per averlo esposto al tuo stupido giochino, nato solo per ottenere ancora più fama?
Evidentemente l’era 2.0 fa cambiare le priorità, per la gioia della Signorina Granger latente in lei.
L’unica cosa che fa è videochiamare Annie, che è nelle Highlands a riprendersi dall’esaurimento e come cura ha cambiato colore di capelli ed ha messo le extension.
Del resto si sa che, ad una donna, basta cambiare look e ritorna come nuova, no?






"Mae usciamo stasera?" - "Certo, ti faccio sapere domani" pt.2





E ci avviamo verso il rush finale: Mae, che ormai è una pazza con manie di grandezza, aiutata da un tizio che si rivela essere il vero sviluppatore del social network e ci prova con lei (ma picche anche per lui), svergogna pubblicamente i due fondatori di The Circle alla riunione del venerdì per avere, a detta sua, quella trasparenza che entrambi pretendevano dai dipendenti.
Il film finisce con Mae che si dà nuovamente al kayak, seguita da due droni e che saluta il nulla, mentre la camera stringe e mostra miliardi di monitor con tutte queste finestre nella vita di tutti e chissenefrega della privacy pt.3.





Mercer tvbttt, ho fatto un casino, ti voglio bene uguale ma sono una star ormai e quindi pace.
 R.I.P.





Mi chiedo cosa passi nella mente della nostra illustre accoppiata vincente Regista&Sceneggiatore (che, ahimè, conincide anche questa volta nella figura di un unico superuomo d'annunziano).
Sono quasi sicura che il libro da cui è tratto sia un capolavoro (non l’ho letto – SHAME ON ME – ma è in whishlist da anni) – perché si sa che la riuscita di un film è inversamente proporzionale al contenuto del libro – ma la sensazione è che abbiano voluto ricreare un film che mixa le atmosfere di due capolavori, The Truman Show e 1984, ambientandolo nel futuro e con il palese intento di criticare il mondo 2.0 che, con i suoi social, impone l’apparire e non l’essere.
Il problema è che, però, si è messa troppa carne sul fuoco e si è bruciata la grigliata, lasciando il posto al fumo negli occhi procurato da due superstar mondiali protagoniste (Emma Watson e Tom Hanks) e facendo morire di fame la trama perdendo di vista quello che andava detto.




Eccheppalle l'insalata!



  
Una delle note dolenti, oltre la trama (non infierisco più di tanto, basta leggere quello che ho scritto prima), è la recitazione.
Sono affezionata ad Harry Potter ed è il motivo per cui leggo, ci sono cresciuta insieme, ho la stessa età del golden trio e tante altre belle cose ma…ma…Emma Watson, per quanto sia diventata ambasciatrice Onu, sia un’attivista per i diritti delle donne ed io la stimi sul fronte umano (oltre che per aver interpretato la Corvonero mancata – perché se no Harry e Ron col cavolo che superavano il Tranello del Diavolo!), è innegabile che non sa uscire dal ruolo di Hermione, che ha ricoperto per oltre dieci anni.






Ah, hai detto "mimica facciale"?






Essere un’attrice implica anche dover usare la mimica facciale e lei, al di là delle quattro smorfie che ha fatto in tutto il film, non è andata.
Un minimo di faccia disperata per suo padre o per Mercer, giammai!
Smorfietta di circostanza a mo’ di defecazione et voilà: cachet da favola e ruolo ricoperto.
Stessa cosa che ho riscontrato nell’altro film di cui nessuno sentiva la necessità: il live action de “La bella e la bestia”.
Ruoli dove basta che le metti un libro in mano ed è subito “Hermione che fa il cosplay di Belle” e “Mae che viene posseduta da Hermione con il delirio di onnipotenza”.  
E che dire di Tom Hanks?
Fiacco.
Due premi oscar e non sentirli.
Trascurato e barbuto come in Cast Away ma ahimè appesantito.
Roba che Forrest Gump fuggirebbe a gambe levate.





Folla di gente che si è pentita di aver speso i 7€ del biglietto






Insomma, questo è il classico film che, se fosse stato un articolo, non avremmo esitato a definirlo clickbait.
Del resto, con un grande attore come Tom Hanks, che ha sempre abituato gli spettatori a film di eccellenza e qualità, chi si aspetta che compaia sì e no in dieci scene ed abbia un ruolo marginale e non riesce ad essere un vero villain?
Ed Emma Watson, che non ha fatto gavetta, perché ha avuto la fortuna di avere un ingaggio a soli dieci anni ed otto film.
Ci aveva abituati bene, con la saga di Harry Potter, ma ancora è troppo acerba e dovrebbe studiare recitazione.
Sarò cattiva, ma il flop è dovuto maggiormente a lei, che con il suo ruolo da protagonista non è riuscita ad uscire indenne da nessuno dei tanti colloqui a due anche con gli altri attori, nonostante la presenza di un Tom Hanks fuori forma.




In questa foto notiamo l'entusiasmo strabordante di Mae Holland che ha appena saputo di essere stata assunta a tempo indeterminato





La cosa che mi fa ridere è che, in questo film, l’intento è quello di criticare gli eccessi del mondo 2.0, ma per la realizzazione sono stati ingaggiati proprio i più amati del web che, di sicuro, hanno assicurato l’enorme entrata della fetta di pubblico affezionato.
Critica, ma dai alla gente ciò che vuole.
Marketing puro, che sono felice di non aver assecondato.






"Mi dispiace che vi ho fatto perdere 110 minuti della vostra preziosissima vita e spendere 7€ di biglietto per un film demmerda"






Ah, proprio perché viviamo nel mondo della digitalizzazione, purtroppo per voi mi trovate anche nella comunità Instagram (clicca qui perseguirmi) e Facebook (clicca qui per mettere mi piace).
Se volete i profili invasi dal marketing spicciolo e followers comprati non troverete riscontro.
Se invece volete leggere opinioni schiette e sincere, come questa, non ve ne pentirete.
Forse. 😊   










Grazie per essere arrivati fin qui!
Come al solito, fatemi sapere se avete visto questo film, se vi è piaciuto o se, come me, avete atteso questa schermata con tutta l'energia rimasta nel vostro corpo...








Recensione a cura di:









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