Inaugurazione della sezione "Deliri - Commenti su frasi d'Autore" #1

giugno 28, 2012





Poche cose sono di per sé stesse impossibili, e spesso non ci mancano i mezzi per ottenerle, ma la costanza.

La Rochefoucould



Si hanno mille passioni, hobby e svaghi vari; Se ne hanno talmente tanti da non riuscire ad avere un attimo di tempo. Poi, misteriosamente, se ne tralasciano alcuni, poi altri, di quelli che non ci si aspettava di poter abbandonare, quelli che si consideravano “fondamentali” per l'esistenza.
E si piomba nella solitudine.
Il tempo, inesorabile, corre e si rimane con la mani vuote, senza far nulla.
Naturalmente, si cresce, si cambia. Sei diverso dentro, ma fuori sei immutato, cosi come il mondo. Si ha una nuova consapevolezza di Essere, e tutto intorno appare nuovo.
Non lo è, in realtà: è l'individuo a vedere le cose a seconda della sensibilità.
Le esperienze della vita portano ai grandi mutamenti: è quando si capisce cosa si è che si intraprendono le misteriose sfide della vita con più filosofia.
Diciamo che si cercano, le sfide. Non si attendono passivamente.
Quando si trova l'Io, tutto si vede con chiarezza.
Spesso, però, non ci si arriva a comprenderlo nemmeno.
Ed il tempo non passa mai.
Le sfide ti si presentano e non le vedi.
Si hanno mille cose da fare, ma non ci si concentra per portarle a termine.
I colori vividi del mondo appaiono spenti e grigi: non si vede più in la del proprio naso.
Si cercano mille diversivi alla noia, ma non si trovano: non c'è costanza.
E la costanza è data dalla dedizione, la quale c'è solo se si ha piena consapevolezza di se.

Nulla è impossibile solo se si vuole. Se vuoi una cosa la ottieni.

Adesso parlo liberamente di me: io ho voluto fortemente che il mio grande amore, la scrittura, venisse al primo posto nella vita.

Giorno 21 giugno 2012 ho ricevuto un messaggio che non ho potuto ignorare. Per motivi che non spiegherò (questo blog è letto da tante persone..) sono stata molto infastidita e contenta allo stesso modo. Ancora non capisco quale delle due emozioni prevalgono in me. Ma questo, però, è stato l'inizio di una lunga riflessione. Ho capito me stessa. Voglio solo una cosa: scrivere.
E' per questo che vivo la vita, adesso, con serenità.
Ho i miei blog, le paste polimeriche, i libri ed il mio libro.
Ancora lo sto scrivendo, ma non è detto che non lo finisca presto. Ho il pomeriggio impagnato, adesso: il lavoro in studio e poi, non appena torno a casa, subito al pc per aggiornare il blog.
Quello che conta è solo una cosa: scrivere. L'ho sempre fatto. Quando, a scuola, mi dicevano di scrivere un tema, fare una versione in prosa o un saggio breve (i miei preferiti!), ero l'unica studentessa felice che scriveva temi che prendevano il massimo dei voti. Non me ne vanto, però: lo vedo solo come una cosa che è sempre stata in me. Il mio stile sarcastico, pungente, a volte sprezzante, inconfondibile e diabolicamente profondo (per le versioni in prosa entravo sempre “dentro” l'autore e riuscivo a vedere come pensava..alla tipo “nella mente del serial killer”) è sempre stato apprezzato da chi ha letto i miei piccoli tesori. Le professoresse erano entusiaste, l'unico professore d'italiano che ho avuto, invece, era un inetto: mi odiava.
Mi vedeva come una rivale.
Poveretto.

Se, per caso, mi stessi leggendo in questo momento, questo è il mio messaggio per te: Non mi puoi sconfiggere. Mi rialzerò sempre, ed ogni volta, sarò più alta di te. Ah, e ti parlo di tu perchè non meriti il mio rispetto..e, ricordati, che il 5+ vale solo su Google+..

Sfogo finito.

A quanto avete capito, la scrittura mi ha fatto soffrire molto. Ma non per questo l'ho abbandonata! E' l'unico mezzo che ho per comunicare, dato che, a parole, come dicono i miei genitori, non so spiegarmi.
“E' triste”, dicono, “Non sa spiegarsi a parole ma, quando scrive, è magnifica..”.
Povera me. Che tristezza infinita!
Del resto non mi preoccupo: ho vinto io, sempre.

Ho la stima di chi m'importa, le persone stupide le lascio ai loro simili.
Ho l'amore ed il supporto dei miei genitori, che è la base per la vita di ogni individuo.

Non smetterò mai di rignraziarli, devo a loro la mia tenacia e la mia forza.
Di certo ne ho molta anche io, ma, se non avessi avuto loro a sorreggermi nei momenti di sconforto, non so se sarei qui ad aver capito cosa fare nella mia vita. Non so nemmeno se lavorerei.
E se mi fosse venuto in mente di scrivere.
Ho conosciuto una persona, alle medie: la mia amica D.
Non ci vediamo da secoli. E non ci sentiamo.
Era la mia migliore amica: studiavamo insieme, facevamo progetti, le insegnavo a leggere Shakespeare. Era l'unica persona che aveva capito Amleto a 13 anni (io l'ho amato a 9 anni..ma questa è un'altra storia..) e che mi chiedeva di prestarle i libri, dato che sua madre non voleva che comprasse “un altro tipo di carta igienica” molto più costosa dei sei rotoli in offerta al supermercato.
La spronavo io, che ero un anno più piccola, a leggere e non fermarsi alla terza media.
La invitavo a vedere film d'autore, un po' più interessanti di “Tre metri sopra il cielo” che, parlando a livello di classifica intellettuale, ti fa scendere “tre metri sotto terra” and much more.
Una volta, D. mi chiamò entusiasta: era riuscita a comprare un libro di nascosto a sua madre!
Elisa di Rivombrosa. Non era chissà quale capolavoro, anzi, una porcheria, ma se era riuscita a comprarlo e portare a termine la lettura, era già un passo avanti.
Un giorno, mentre eravamo nel letto dei suoi genitori, sdraiate a guardare Spiderman 2, entrò la madre di D., che furibonda urlò: << Non state li come due cretine a guardare il film! Uscite, trovatevi un maschio!>>. Ed ecco che tutte le parole di D. mi tornarono in mente: sua madre, che fino a quel momento mi aveva trattata come una seconda figlia, era quella che, per far crescere D., a 10 anni, le buttò tutte le bambole nel cassonetto quando era a scuola. La induceva a credere che le superiori non portano a nulla: si può lavorare benissimo come commessa (senza nulla togliere alle commesse, per carità!) anche con la terza media. E, cosa più importante, doveva trovarsi un “maschio”, perchè poi il tempo scadeva e non poteva vantarsi di avere un nipote sotto i quaranta. Una “femmina” cosi non l'avevo mai incontrata. Spronare D. a non continuare la scuola per dedicarsi ad una vita, a mio avviso, monotona, senza sbocchi e senza futuro è stata una crudeltà.
Nonostante quello che diceva, D. fuggì con il primo che le regalò, dopo nemmeno due giorni di conoscenza, fedina e mezzo cuore. << Un gesto cosi dolce..>>, mi disse in lacrime di gioia al telefono. Io piansi per lei una settimana. E quando seppi che si era rovinata con le sue stesse mani, piansi per più tempo di quanto mi piace ammettere. Era cosi brillante! Ed adesso, a 23 anni, con un figlio di 5, un compagno che la molesta (l'ha denunciato per Stalking) e le crisi di panico di cui soffre a causa di lui (che la picchiava), di questo deve ringraziare solo sua madre.
Un giorno, la incontrai per caso ad una fermata vicino casa: mi disse che avevo ragione, che doveva studiare, doveva continuare a leggere e voleva continuare ad essere mia amica. << Tu sei sempre mia amica. Ma tua madre è contraria al fatto di vederci..>>, le risposi io. Si, perchè sua madre ci ha allontanate. Non voleva che io frequentassi D. perchè aveva paura che sua figlia si ribellasse alla “rigida etichetta” della sua “stirpe” di fuggiti.
Adesso non ci vediamo più: io ho altre priorità, sono andata avanti. E lei è madre.
Il destino di D. è stato rovinato. Dalla propria madre.
Atroce.
Per questo dico che ringrazierò sempre mia madre e mio padre per avermi supportata in ogni momento, per avermi fatto parlare ed aver instaurato con me un rapporto d'amicizia sincero.
Naturalmente, loro sono sempre i miei genitori, ma sono anche gli amici più veri che conosco.
Quando ho deciso di creare gioielli ed oggetti con le paste polimeriche, loro mi hanno aiutata.
Quando ho dovuto reinventarmi una professione e tornare a scuola, loro hanno pagato fior di quattrini, non potendoselo permettere, per garantirmi un futuro.
Quando ho deciso di scrivere, a tempo pieno, loro non hanno battuto ciglio. Anzi.
Le loro faccie erano di quelle “finalmente!”

La forza di volontà è tutto. Il resto è silenzio. (Mi piace troppo questa frase dell'Amleto!!)
La dedizione va sviluppata, va incrementata e va incoraggiata dai genitori.

Non capisco: ti mettono al mondo, tua madre ti porta in grembo per nove, dico nove, mesi e poi ti gettano allo sbaraglio come se nulla fosse? E per cosa, per trovare un “maschio”?
Cielo, che discorsi medioevali!

Ragazze ricordate: un “maschio” non serve a nulla. Piuttosto, provate a trovare un Uomo.
Difficile, ma non impossibile.
Basta condurre la propria vita e..mantenere la costanza!



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2 Comments

  1. ehi amore sono io ti volevo dire che sei fantastica e ti voglio bene kiss kiss

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  2. Grazie Sarah!! :D tvb anche io! p.s. ti piace il nuovo look del blog?

    RispondiElimina

Mi piace sapere cosa ne pensano i miei lettori <3

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