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|UTILITY| Il mestiere dello scrittore e 5+1 consigli per chi ha scelto questa vita

maggio 05, 2020



Quante volte hai sentito dire che la scrittura è un mestiere?
Ebbene: welcome into the jungle, là dove tutti scrivono ma nessuno legge.
E sono, quasi tutti, autodidatti 😉


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Benvenuti nella giungla, si sta stretti ma il posto si trova ;)





Esistono milioni di miliardi di fantabilioni di corsi (chi più, chi meno) professionali che, sicuramente, danno un’infarinatura più che dignitosa sul concetto di “ho in mente una storia di stampo fantasy medioevale, con una mappa dei territori tale da far impallidire Tolkien, almeno una cinquantina di personaggi, tra re e regine e bastardi e bruti, che si scannano a morte per ottenere un trono che verrà sciolto – indegnamente – da un drago ma…non so come iniziare.”
Tutto questo si può riassumere in una parola: STORYTELLING, ovvero l’arte di narrare e strutturare una storia e farla procedere in modo logico e lineare con le idee chiare prima di scriverla.






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La pianificazione di una storia
Quando ho frequentato il corso di storytelling (spoiler: sì, anche io frequento sistematicamente corsi per offrire ai miei clienti e ai miei lettori sempre servizi e libri di qualità), la prima domanda che mi è stata posta è stata questa: “Cosa rende indimenticabile un libro?”
Panico generale, nessuno sapeva come e cosa rispondere.
Ma io, piccola-ma-non-tanto Hermione, ho prontamente alzato la mano: “Lo stile, la scorrevolezza e il metodo narrativo adottato. E la perfetta gestione della concordanza verbale, oltre che l’eliminazione di ogni refuso.”
Già, perché come ti accennavo prima, una storia si deve saper strutturare e narrare, oltre che scrivere.
La scorrevolezza di un testo non è solo merito dell’innata capacità narrativa di uno scrittore, ma di un lavoro a monte fatto di domande, ricerche e soluzioni. 
La storia si deve vivere sulla propria pelle, si deve sognare la notte, si deve respirare l'aria che si respira in quel mondo e deve essere realistica.
Questo è quanto chiedo sempre anche ai miei clienti quando edito i loro romanzi: “stai parlando tu o il tuo personaggio?”
O la più gettonata: “Cosa pensa il tuo personaggio in questo momento?”




Si può scegliere se essere un narratore onnisciente, interno, esterno o doppio. Si può scegliere se lasciare in mano la narrazione ai personaggi e scomparire del tutto ma…si deve essere coscienti di ciò che si vuole ottenere con quella storia.
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Dov'è Bugo? Che succede?
Questo è solo uno dei motivi per cui la scrittura viene considerata un lavoro a tutti gli effetti. Certo, poi potremmo anche riciclare la scusa del “eh, ma in Italia ci sono più scrittori che lettori”, ma sarebbe davvero giusto scrivere una storia e darla in pasto al lettore senza prima avergli dedicato quel minimo di attenzione che merita – tra costruzione della storia, editing e correzione di bozze?
E non sarebbe un delitto, infine, far sprecare soldi a un povero cristo che magari ha risparmiato proprio per acquistare un libro non perfettamente curato?  



Perché sarebbe bene ricordare che, nel marasma di lettori e scrittori, c’è davvero qualcuno che non solo sa leggere (sì, ci dedicherò un articolo, non temete), ma sa anche scrivere.
Una saggia regista teatrale, con cui ho collaborato per anni come fotografo di scena, mi disse una volta che “Non si lavora mai per la massa, si lavora per il singolo. È il singolo che muove le opinioni, quello che sa e che conosce.”
Ho sempre sposato in pieno questa filosofia, come quando facevo concerti e cantavo canzoni in lingua straniera: potevo essere applaudita dalla massa, ma se venivo applaudita dal singolo che aveva capito ogni parola…ero realmente soddisfatta.
Quindi perché questo ragionamento non viene applicato anche all'editoria?
Scrivere libri viene visto come uno svago, un diletto, e non lo è.
Pubblicare libri corretti manco a parlarne, editing questo sconosciuto.
Ma cosa fare, quando si è lettori forti e la qualità scarseggia?
A me, che lavoro come editor e correttore di bozze e leggo almeno dai 200 ai 300 tra lo scibile l’anno, passa la voglia. 
Sono seria, e non mi piace essere costretta a scriverlo.
Perché oggi, ahimè, anche le Big Case Editrici hanno ridotto il personale – questo sempre perché l’Iva aumenta, il prezzo della carta aumenta, l’erario esige pagamento e i dipendenti anche – e si vede tantissimo. 
Per non parlare delle redazioni dei giornali, cartacei e online. 


Risparmiamo il risparmiabile, alé! Chissenefrega di cosa e come pubblichiamo, basta che è pronto il nuovo articolo clickbait che ce fa magnà! XD

Roba da sanguinamento degli occhi.
Ma qualcuno che è rimasto e che conosce ancora la consecutio temporum e le altre regole grammaticali esiste ancora, ed è per quel singolo (che identifico in quel povero Robert Neville di Io sono leggenda 😉) che abbiamo il dovereTUTTIdi prenderci cura delle nostre storie.



Assodato, dunque, che la scrittura è un mestiere misconosciuto ma che viene considerato a convenienza come un arrotondamento dello stipendio, ti darò 5+1 trucchetti per esercitarti in tranquillità, senza dover per forza seguire un corso che non è detto che ti insegni ciò di cui realmente necessiti (anche se è sempre consigliato farne qualcuno, giusto perché magari becchi quello ottimo).





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Scrivi sempre


Si dice che sia un ottimo esercizio scrivere dalle 2000 alle 3000 parole al giorno, io ti dico invece questo: scrivi e basta. Non sforzarti, lasciati andare e annota tutto finché la creatività non si spegne. Ti servirà non solo come esercizio, ma per abituarti al lavoro (e farti superare la crisi da cursore lampeggiante su foglio bianco) 😉





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Documentati


Ricerche, queste sconosciute, eh? 😉 
Ti sembrerà incredibile, ma anche i fantasy dal worldbuilding più particolareggiato sono il frutto di studi intensi
Ti basti pensare a Tolkien o la Le Guin: loro hanno addirittura creato nuovi mondi e nuovi idiomi da zero, eppure non sembra. 
Questo perché? 
Semplice: hanno reso credibile il tutto. 
Come? 
Ottima capacità di scrittura e…ottimi editor 😉




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Leggi tanto e con cognizione di causa


Sì, devi essere consapevole dei libri che vai a leggere. Lo so, sembra un concetto complicato, ma leggere senza attenzione è solo nocivo e fa perdere – diciamolo pure – solo tempo. Invece leggi senza fretta e, magari, potrai imparare qualche trucchetto narrativo dai migliori 😉 E non puntare il dito contro un genere letterario perché “fa figo”, piuttosto leggi qualcosa e fatti una tua idea. Leggere vari generi e in varie lingue apre la mente, provaci 😉




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Credi in te stesso


Magari per te sarà una banalità, ma c’è chi è convinto che il proprio libro o ciò che scrive non sia interessante e, per questo, non ci prova fino in fondo.
Come lo so? 
Io per prima ne sono stata vittima per almeno vent'anni.
Come ho risolto? 
Ho creduto in me stessa. 
Non è stato facile, ma oggi sono “madre” di tre “pargoli” (+ 2 in arrivo e molti altri in cantiere). Ero irrecuperabile, avevo addirittura chiamato la mia insicurezza cronica "Sindrome di McFly" in onore di George McFly, il padre di Marty in Ritorno al futuro :D 
Il mio consiglio    che poi è quello che mi ha sbloccata   è di pensare che scrive davvero chiunque. Mettiti in gioco e divertiti, puoi scoprire di non essere davvero male come pensavi o, in caso contrario, potrai dire di averci provato.
Nessun rimpianto. 
MAI.






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Affidati a un professionista per la revisione


Nessuno si accontenta di un diamante grezzo, per questo esistono i diamanti e sono stati inventati gli opifici 😉 Anche il tuo libro, come quelli dei grandi scrittori, ha bisogno di essere “lucidato”. 
Per questo è fondamentale trovare un editor con cui ci si trovi bene e che rispetti il testo. Molti hanno paura perché hanno incontrato gente che si arrangia, ma non sanno che l’editor è un amico (davvero) che lavora con te e per te affinché il tuo sogno venga realizzato 😉




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Ama le pagine che hai scritto e fai tesoro delle critiche costruttive


Ogni scarrafone è bello a mamma soja, ed è un concetto sacrosanto che deve essere rispettato anche da chi lo ha scritto :D
Ci sta, eccome se ci sta, che i vari “genitore 1” o “genitore 2” non siano soddisfatti, ma mai rinnegare il proprio passato
L’importante è partire e non pensare mai di essere arrivati 😉 
Per questo, con umiltà, devi essere felice delle critiche costruttive: l’editor dà il feedback reale e ti fa capire cosa realmente non funziona nel testo. Entra nel mood che, prima di pubblicare, dovrai cambiare più cose di quanto ti possa fare piacere, scenderai a compromessi e ti stupirai per delle soluzioni cui non avevi minimamente pensato. È un male? No, questo è il bene assoluto, quello che ti fa cambiare approccio verso la scrittura, crescere e maturare.


La puntata finale del Trono di Spade (e se siete scontenti ...
Hai un amico nell'editor, un grande amico ;)




Tu, futuro o affermato scrittore;
Tu, lettore consapevole o inconsapevole;
Tu, che sei capitato qui per caso (o forse no)…
Ricorda sempre che il viaggio, per quanto lungo sia, inizia sempre col primo passo – Lao Tzu docet.
Buona fortuna 😉

www.giuliamarialolicatoeditor.com







Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul sito www.giuliamarialolicatoeditor.com




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