|RECENSIONE| Se la strada potesse parlare - James Baldwin

novembre 20, 2018




SE LA STRADA POTESSE PARLARE


di
James Baldwin










In "Se la strada potesse parlare" James Baldwin ci racconta una struggente storia d'amore in un mondo fatto di dolore e ingiustizia. Attraverso gli occhi di Tish, una diciannovenne bella e innamorata, conosciamo Fonny, il giovane scultore da cui aspetta un figlio. I due sono cresciuti insieme, nello stesso quartiere, insieme hanno giocato, si sono rincorsi, hanno fatto l'amore ridendo e riso facendo l'amore. Il racconto mescola romanticismo e tristezza. Tish e Fonny avevano programmato di sposarsi ma Fonny viene accusato ingiustamente di aver stuprato una donna portoricana. Unico nero in un confronto all'americana, viene riconosciuto colpevole e incarcerato. Fonny è innocente eppure spetta a lui e alla sua famiglia dimostrare - "e pagare per dimostrare" - la sua innocenza. Tish tenta con ogni mezzo di sostenere l'uomo che ama mentre la gravidanza diventa sempre più visibile. Come il blues - dolce, malinconico e pieno di verità - questo libro ci colpisce, prima di tutto, emotivamente. Ci sono la rabbia e il dolore, ma sopra ogni altro sentimento a dominare è l'amore - l'amore potente di una donna per il suo uomo e l'amore avvolgente di una famiglia disposta a tutto, fino all'estremo sacrificio. 





















Clementine ed Alonzo - da tutti chiamati Tish e Fonny - sono giovani, innamorati, e stanno per sposarsi. Lei lavora come commessa in profumeria al centro commerciale, lui è uno scultore che cerca di lavorare onestamente (perchè lui, come i suoi amici, in prigione non vuole andarci). La loro vita, seppur nella difficoltà economica e nello squallore del quartiere in cui vivono la loro storia d'amore, è piena di felicità.
Le cose cambiano quando un poliziotto razzista e violento fa in modo di far condannare Fonny per violenza sessuale ai danni di una donna portoricana, mandandolo in prigione per un reato che non ha commesso e con la certezza che, al processo, verrà giudicato colpevole e con sentenza di pena di morte. 
Questo solo perchè è nero.
Tish, che ha solo diciannove anni, proprio quando Fonny viene incarcerato, scopre di essere incinta e che, per il padre del suo bambino e per lei, saranno tempi duri. 


E' un romanzo duro, difficile, drammatico, reale e bellissimo.
Bellissimo perchè Baldwin dà la parola a Tish che, nonostante la giovane età, vive e lotta per il suo amore e per il suo bambino. E' proprio quando le tolgono l'altra metà di sè che lei si scopre forte e con una famiglia che la supporta e lotta per liberare Fonny. 


Interessante è la contrapposizione tra le due famiglie protagoniste, che offrono numerosi spunti di riflessione: da un lato i genitori di Tish, il coraggio di una madre, la forza d'animo della sorella, l'aiuto silenzioso del padre; dall'altro i genitori di Fonny: una madre fanatica religiosa, le sorelle che sono "bianche" e che quindi snobbano (sotto insegnamento della madre) il fratello, il padre che è disperato per l'ingiusta incarcerazione del figlio.


Pubblicato nel 1974, nel libro vengono affrontati diversi temi che, ancora oggi, sono attuali e scottanti, quali l'integrazione razziale, l'abuso di potere, i traditori di razza, la violenza, omicidi e suicidi, difficoltà nel trovare lavoro, la delinquenza, il ghettizzare le persone, il pregiudizio dei giudici e la relativa corruzione, ed il coraggio di reclamare i propri diritti.
Se la strada potesse parlare fa riferimento a tutte le brutture di cui si è testimoni impotenti, per paura di ritorsioni o semplicemente perchè non si hanno i mezzi per agire. 
Ma insegna che, nonostante il dolore, i soprusi e gli abusi, non si deve mai smettere di lottare, perché, prima o poi, la giustizia - quella vera - trionferà.
E che, per le generazioni future, ci sarà la speranza di vivere senza il terrore di essere accusati solo per il colore della pelle.  







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