|REVIEW PARTY| La città di ottone - S. A. Chakraborty

giugno 18, 2020








Egitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un'abile guaritrice e di saper condurre l'antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all'interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L'arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.





















Nahri è un’orfana che vive al Cairo e, per sopravvivere, si arrangia: truffa i nobili, in attesa di tempi migliori. Tutto cambierà quando incontrerà il misterioso guerriero Dara che la porterà a Daevabad, la Città d’Ottone, e le loro vite si intrecceranno a quella del principe Alizayd.
Ma sarà un alleato o un amico? 
E, soprattutto, perché la presenza di Nahri rischia di far scoppiare una guerra?




S. A. Chakraborty, complice un worldbuliding iper-dettagliato e curato, ammalia il lettore e lo trasporta tra i vicoli di Daevabad, nonostante una penna non proprio dotata di scorrevolezza – quest’ultima sacrificata in favore di un approfondimento riguardanti la tradizione e la cultura del luogo, traendo palesemente spunto dalla mitologia islamica.
Narrato da due POV – quello di Nahri e di Ali –, non si può non ammirare il bel lavoro di crescita che la Chakraborty ha operato sui personaggi, rendendo Nahri una ragazza forte e indipendente (nonostante si muova in un contesto storico in cui le donne non vengono viste che come esseri inferiori), Dara affascinante come pochi personaggi letterari e Ali un personaggio pieno di sfaccettature.




Primo capitolo di una trilogia, La città di ottone è un fantasy ya ricco di magia, fascino, mistero e intrighi che promette molto bene e continuerà sicuramente a sorprendere coi volumi successivi. 








Si ringrazia la CE Mondadori per l'invio del libro digitale





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