|RECENSIONE| yolo - clarissa tornese

novembre 10, 2019









«Sono stanca di essere sempre la sfigata della situazione! Quella che si fa male, quella che prende le inculate, quella che se c’è una fila viene superata, quella a cui danno il resto sbagliato e a cui fregano il parcheggio sotto il naso. Quella che, anche quando non c’è, è colpa sua se le cose vanno male. Sono da sempre la tipa che le prende, e forte anche! Sono, sono… ecco! Sono come gatto Silvestro, o Willy il Coyote, o come quello stupido di Paperino! Io nella vita per una volta, una volta soltanto, vorrei essere quel cazzo di Titti!»Yolo, you only live once; si vive una sola volta. Tra sbronze, incidenti stradali, arresti, serate ambigue e loschi maneggi con soggetti poco raccomandabili, Vicky movimenterà la sua vita fino al punto di capirne (o quanto meno ipotizzarne…) il vero valore.










A diciotto anni si è convinti che, arrivati ai trenta, si avrà una casa, famiglia, libri, auto, viaggi e fogli di giornale. Ma cosa succede quando ci si arriva davvero e...non è così?
Si perde il lavoro (ammesso che si sia mai avuto) e si vede sfumare l'opportunità del miraggio di un contratto a tempo indeterminato (tanto mica ci arrivi alla pensione, figurati alla sociale!), ogni uomo/donna che si incontra è affetto/a dalla sindrome di Peter Pan e sta passando esattamente come te da un ufficio di collocamento ad un altro o lottando contro la Partita Iva perché è un/a libero/a professionista e sa già che, anche lavorando per tutta la vita, andrà in pensione mai...quindi addio pensiero di formarsi una famiglia.
Cosa resta?
Vivere alla giornata, e YOLO è l'unica soluzione.


YOLO (you only live once - si vive una volta sola) è il motto dei trentenni di oggi, in cui da un lato ci sono le vittime di una società che vuole gli apprendisti commessi con esperienza ventennale e dall'altro i bamboccioni, descritto con ironia da Clarissa Tornese che, grazie al titolo del suo nuovo romanzo, mette a nudo i drammi di Vicky, l'incarnazione della trentenne-bambocciona abituata ad avere tutto (anche un posto di lavoro che snobba) e che, fortunatamente, comprenderà i suoi errori e imparerà che la vita è bella nonostante tutte le sventure per ritrovare se stessa.


Ci si diverte, si riflette sul senso della vita e si vede la realtà dietro le parole di questo romanzo che è di una realtà unica (nonostante alcune trovate che, seppur ilari, restano delle forzature) e pienamente apprezzabile, manco a dirlo, dai trentenni odierni.





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Si ringrazia l'autrice per l'invio del libro cartaceo





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