|RECENSIONE FILM| The Ticket - 2017

agosto 07, 2017









Nome film: The Ticket
Diretto da: Ido Fluk
Anno: 2016
Data di uscita nelle sale: 7 Aprile 2017 (USA) – ? (IT)

Principali interpreti: 
Dan Stevens, 
Malin Akerman, 
Oliver Platt, 
Kerry Bishè
















Dopo che James, un non vedente, riacquista la vista, si ritrova ossessionato dall'idea di avere il meglio dalla vita.
Tuttavia, questo obiettivo di migliorarsi ad ogni costo (che includerà una casa più bella, un lavoro pagato benissimo, abiti su misura ed auto di lusso), lascia poco spazio per le persone che facevano parte della sua vecchia e più semplice vita: la moglie e l'amico Bob.
Quando i suoi rapporti personali vengono minati dalla sua sfrenata ambizione, nessuno sa se James potrebbe far ritorno all'oscurità da cui è rinato..













“Un uomo prega Dio per 50 anni. La stessa preghiera ogni sera. << Dio, per piacere, fammi vincere la lotteria >>. Anno dopo anno, dopo anno, dopo anno. << Ti prego Dio, fammi vincere la lotteria >>. Alla fine, un angelo andò da Dio e disse: << Dio, questo uomo ti ha pregato per tanto tempo. Perchè non lo fai vincere? >>. E Dio disse: << Mi sarebbe piaciuto poterlo aiutare, mi sarebbe davvero piaciuto. Ma lui non ha mai comprato un solo biglietto della lotteria. >>”

Il film si apre e si chiude con questa storia narrata dal protagonista e fungerà spesso da espediente per molte azioni che commetterà e diventerà quasi un mantra per l'auto-giustificazione.

The ticket – il biglietto – è il vero protagonista.

Il biglietto della vista, quello del lavoro, quello dell'amore, dell'amicizia e della vita dignitosa in generale.

James , il “protagonista”, è un cieco che torna inspiegabilmente a vedere e, improvvisamente insoddisfatto della modesta vita che ha condotto fino a quel momento, comincia a commettere una serie di errori che lo porteranno ad una lenta autodistruzione.
Lui il biglietto non lo ha comprato, lo ha solo ricevuto in regalo.
Ma non ha saputo farne tesoro, coltivando gli affetti ed il misero lavoro che aveva..
Ha voluto strafare, perchè la vista gli ha permesso di vedere quanto, secondo lui, era caduto in basso.
E per inseguire un'ideale di astratta perfezione, ha perso man mano le fondamenta della sua vita.

Mi è molto piaciuta l'interpretazione di Dan Stevens (“Downton abbey”, “La bella e la bestia”) che ha reso James molto umano nelle sue debolezze. Anche Malin Akerman (“Watchman”, “Ricatto d'amore”), di solito impegnata in commedie, ha reso bene la parte della moglie di James, trascurata e pensierosa nella prima parte, curata e con la voglia di lasciarsi indietro il passato nella seconda. Anche Oliver Platt (“Linea mortale”, “L'uomo bicentenario”) , che interpreta l'amico cieco Bob, è da elogiare.
Ma c'è qualcosa che non ho molto tollerato: la lentezza esasperante.
Se non fosse stato un film pieno di valori, di “schiaffi morali” e che fa riflettere, seguirlo sarebbe stato un po' difficile, data la regia statica, monotona e lunghi silenzi che potevano benissimo starci se accompagnati da quel dinamismo che difetta nel film.

Nonostante tutto lo consiglio vivamente, in quanto è uno dei film più belli che abbia mai visto in quanto a morale, proprio per gli ultimi dieci, strazianti, minuti e la chiusura emblematica sulla vita di quest'uomo che ha capito troppo tardi che non c'è nessuno più cieco di chi non vuole vedere.





VOTO FILM COMPLESSIVO









Recensione a cura di:








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