recensioni

|REVIEW PARTY| I giorni del ferro e del sangue - Santi Laganà

giugno 21, 2020








Patrimonio di San Pietro, 960 d.C.

Sul trono papale siede un adolescente perverso e corrotto, ciò che resta dell'Italia indipendente è allo sbando dilaniata da lotte intestine e le campagne sono una terra di nessuno dove la violenza e il sopruso la fanno da padroni. Anna è una contadina di quindici anni che conduce un'esistenza misera e asservita. Quando la sua famiglia viene trucidata e l'ultimo fratello rapito per essere ridotto in schiavitù, decide di continuare a vivere per inseguire quell'ultimo brandello di affetti e, sorretta da una volontà indomita, inizia una dolorosa peregrinazione per terre sconosciute e ostili, tra aiuti misericordiosi e feroci violenze. Nel suo tormentato cammino incontrerà un cavaliere dall'oscuro passato e un improbabile presente, un vecchio dall'aria mansueta che nasconde insospettabili risorse e un giovane vagabondo sfrontato e generoso: una strana compagnia con cui cercherà di farsi giustizia fin dentro i palazzi più segreti di Roma. Ambientato in uno dei periodi meno conosciuti e più bui della nostra Storia, I giorni del ferro e del sangue è un affresco senza filtri né retorica di un'epoca brutale quanto affascinante, ma anche la straordinaria parabola di una memorabile protagonista: una giovane donna che nel più maschilista dei mondi non si rassegna a un destino già scritto e tenacemente lotta per conquistarsi il diritto a una vita migliore.






















Anna, contadina quindicenne, vede le sue certezze crollare all'uccisione della sua famiglia, ad eccezione di uno dei fratelli che viene ridotto in schiavitù. Scoprirà ben presto che i loschi figuri che hanno trucidato la sua intera famiglia cercavano proprio lei su ordine del giovane Papa, corrotto fino al midollo. Anna, però, per salvare suo fratello si alleerà con degli improbabili compagni di viaggio e verrà forgiata dalle esperienze in un mondo maschilista che di certo la vorrebbe solo asservita e succube.




Santi Laganà, con uno stile asciutto e privo di orpelli, porta il lettore alle soglie dell’anno mille, in un’epoca buia e quasi sconosciuta della nostra patria, in cui la violenza che veniva perpetrata nei confronti delle donne era legittimata: basta che respiri, poi va bene – il problema è che, anche nel 2020, certi ragionamenti medioevali continuano a persistere, e ciò rende il romanzo molto attuale.
In una storia ricca di intrighi politici, fragili alleanze e tradimenti, seguiamo la metamorfosi di Anna che, a contatto con le ripetute e brutali violenze, diventerà una donna forte. È già stata spezzata, ma è risorta dalle sue ceneri ed è disposta a tutto pur di completare la sua missione.





A metà tra romanzo di formazione e storico – sebbene con qualche imprecisione evitabile a livello di coerenza storica –, I giorni del ferro e del sangue saprà catturare l’attenzione e farà riflettere sul fatto che mondo era, mondo è e mondo sarà, ma sempre con uno sguardo speranzoso e lasciando il messaggio che, se vogliamo che la vita cambi, dobbiamo prima cambiare noi.










Si ringrazia la CE Mondadori per l'invio del libro digitale





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|REVIEW PARTY| La città di ottone - S. A. Chakraborty

giugno 18, 2020








Egitto, XVIII secolo. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un'abile guaritrice e di saper condurre l'antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori. Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all'interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L'arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.





















Nahri è un’orfana che vive al Cairo e, per sopravvivere, si arrangia: truffa i nobili, in attesa di tempi migliori. Tutto cambierà quando incontrerà il misterioso guerriero Dara che la porterà a Daevabad, la Città d’Ottone, e le loro vite si intrecceranno a quella del principe Alizayd.
Ma sarà un alleato o un amico? 
E, soprattutto, perché la presenza di Nahri rischia di far scoppiare una guerra?




S. A. Chakraborty, complice un worldbuliding iper-dettagliato e curato, ammalia il lettore e lo trasporta tra i vicoli di Daevabad, nonostante una penna non proprio dotata di scorrevolezza – quest’ultima sacrificata in favore di un approfondimento riguardanti la tradizione e la cultura del luogo, traendo palesemente spunto dalla mitologia islamica.
Narrato da due POV – quello di Nahri e di Ali –, non si può non ammirare il bel lavoro di crescita che la Chakraborty ha operato sui personaggi, rendendo Nahri una ragazza forte e indipendente (nonostante si muova in un contesto storico in cui le donne non vengono viste che come esseri inferiori), Dara affascinante come pochi personaggi letterari e Ali un personaggio pieno di sfaccettature.




Primo capitolo di una trilogia, La città di ottone è un fantasy ya ricco di magia, fascino, mistero e intrighi che promette molto bene e continuerà sicuramente a sorprendere coi volumi successivi. 








Si ringrazia la CE Mondadori per l'invio del libro digitale





graphic novel

|RECENSIONE| Come la gente normale - Hartley Lin

giugno 15, 2020





Frances fa l'impiegata in un importante studio legale e passa le giornate a combatterne con successo i processi burocratici, ma deve ancora capire se il lavoro le piaccia davvero. Poi trascorre le sue notti insonni con la coinquilina Vickie, la sua migliore amica, un'attrice in attesa della grande occasione. Ma quando il più potente e indecifrabile partner dello studio decide di forzare Frances a realizzare le sue potenzialità, arriva per lei il momento di scegliere quale sarà la sua strada.










Frances Scarland lavora come paralegale in un grande studio associato. Gli avvocati, vessati da un regime di terrore, devono costantemente essere efficienti e fatturare ore – non importa se il lavoro gli impedisca di dormire e avere una vita privata.
Frances, però, non è sola: la sua migliore amica è Vicky Griffin, con cui condivide casa. Le due non potrebbero essere più diverse, ma nel loro cuore c’è il desiderio di realizzare i loro sogni: la bionda Vickie di diventare un’attrice, la mora Frances vuole solo lavorare allo studio.
Ma saranno davvero quelli, i loro sogni?



Come la gente normale è una storia che fa bene al cuore e che tocca un argomento molto difficile, che appartiene alla generazione dei venti-trentenni di oggi: il lavoro – trovarlo e mantenerlo in un mondo in cui la digitalizzazione imperante snatura l’essere umano. Poco importa se è il lavoro sbagliato: le bollette non si pagano con i sogni o le lacrime, ma con i soldi. È una cosa che ci è chiara fin da piccoli, dunque si cerca, con difficoltà, di studiare sodo e trovare un impiego che permetta l’indipendenza economica.
Quello che ci mostra Lin è l’altra faccia del “posto fisso” in una grande azienda che pensa solo al profitto: non c’è la benché minima considerazione per il lavoratore, è una lotta continua per impressionare i datori di lavoro e rimanere ancora sulla cresta dell’onda, allontanando da sé il famigerato licenziamento. 
È allora che cominciano a sorgere dei dubbi in Frances: vale davvero sprecare l’età migliore a competere per un posto e stare davanti ad un pc o è meglio vivere la vita giorno per giorno come vuole fare Vickie?
Dietro i disegni dal tratto dolce di Hartley Lin, troviamo la storia di tutti noi: sempre divisi tra il desiderio di far vedere cosa sappiamo fare e quella pace che si ha quando si chiude la porta di casa e si smettono i panni degli impiegati-macchine modello per ritornare a vestire quelli delle persone.



Come la gente normale è, appunto, rivolto alla gente normale:
Quella che non sa come sbarcare il lunario e si fa andare bene un lavoro che non soddisfa;
Quella che impara a destreggiarsi tra le pugnalate e il cinismo dei colleghi;
Quella che ha dubbi, incertezze e paura dei rimorsi;
Quella che si ritrova ad essere adulta senza nemmeno essersene resa conto;
Quella che vorrebbe solo rallentare l’eccessiva velocità del mondo;
Quella che vede realizzare i propri sogni…
…e si rende conto che forse era meglio come si stava prima.
E vuol far comprendere che non è un male fermarsi un attimo e chiedersi chi si è e cosa si vuole realmente fare nella vita, perché Lin, tra le righe, ci lascia il messaggio più importante di tutti, affidandolo proprio a Vicky, l’attrice col bicchiere di vino sempre pieno: «Alla fine si risolverà tutto, vedrai.»











Si ringrazia la CE Edizioni BD per l'invio del graphic novel





graphic novel

|RECENSIONE| Loud! - Maria Llovet

giugno 15, 2020








Nell'oscurità riempita dai bassi di una musica che impedisce quasi di pensare, un night club diventa il luogo in cui si intrecciano le vite di due assassini, una stripper, una teenager incinta, un clan di vampiri e una sadica dominatrix. Con il suo stile sensuale e pop-punk, la fumettista spagnola dalle forti influenze manga racconta una notte indimenticabile e tarantiniana nel suo esordio per l'etichetta USA Black Mask.











Il Loud! è uno strip club, teatro in cui s’interseca la vita di diversi personaggi: una ragazza incinta, vampiri, spogliarelliste drogate, dominatrix, assassini e pedofili.
Chissà cosa mai potrà accadere, tra le stanze insonorizzate del locale…



La narrazione si svolge nell'arco di una notte, ma basteranno poco più di cento pagine a raccontare le vicende di un cast corale e ben nutrito? La risposta giusta è: dipende.
Se ci si aspetta una caratterizzazione magistrale in poche pagine si rimane sicuramente delusi – è oggettivamente impossibile delineare in poche pagine i tratti di tutti i personaggi – ma se ci si approccia con la visione che il lettore è lo spettatore di una notte all'interno del caotico Loud! – il vero protagonista della storia , con la sua musica assordante e pompata al massimo che impedisce di pensare e quel boom boom boom si sostituisce fin troppo bene al battito del cuore, si entra nell'ottica che tutto ciò cui si assiste è solo uno slice of life in senso letterale (nel caso dei vampiri anche un paranormal).
Geniale l’idea della Llovet di rendere il suo fumetto dalle tinte fluo (e dalla carica erotica non indifferente) un silent comic, in cui la gestualità e la mimica facciale sono più espliciti di mille parole.
Con un tratto sporco che ben si abbina all'ambientazione, Maria Llovet ci trasporta in un mondo dove la perdizione regna sovrana, e ogni notte è equiparabile a un nuovo ciclo di vita.



Arricchito da un’appendice dedicata ai bozzetti di studio dei personaggi, la piantina del locale e dagli storyboard, Loud! è un fumetto adrenalinico che non mancherà di sorprendere.
Soprattutto se gli si dedica una seconda lettura per comprenderne meglio le sfumature.







Si ringrazia la CE Edizioni BD per l'invio del graphic novel





recensioni

|REVIEW PARTY| Fondazione. Il ciclo completo - Isaac Asimov

giugno 15, 2020









Il ciclo originale della "Fondazione" venne pubblicato tra il 1951 e il 1953, subito acclamato come un capolavoro della fantascienza. Trent'anni più tardi tra gli anni '80 e '90 del Novecento sono stati pubblicati i due romanzi che costituiscono il prequel della saga. In questo volume è disponibile l'intera saga.



















In occasione del centenario della nascita del padre della fantascienza, Oscar Vault omaggia Isaac Asimov con un Drago eccezionalmente pesante – più del solito 😊 – che racchiude l’intero Ciclo della Fondazione.


In quasi 1500 pagine, sono racchiusi i sette romanzi che, a partire dal 1951, hanno incantato generazioni di lettori e hanno ispirato tantissime opere derivate. Stiamo parlando di: Preludio alla Fondazione, Fondazione anno zero, Prima Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione, L’orlo della Fondazione e Fondazione e Terra.


La prima trilogia – che comprende Prima Fondazione, Fondazione e Impero e Seconda Fondazione – valse ad Asimov il Premio Hugo come miglior ciclo fantascientifico nel 1966 e narra delle vicende di Hari Seldon, il primo psicostoriografo dell'Impero Galattico che, tramite delle funzioni matematiche da lui inventate, comprende che le azioni delle masse sono prevedibili grazie alle statistiche e, dunque, riesce a prevedere il futuro grazie alla Psicostoria. Ciò che prevede, però, non è certo un futuro roseo, quindi inventerà il Piano Seldon per riuscire brillantemente a risolvere i conflitti nel minor tempo possibile, basandolo sull'organizzazione della Seconda e Terza Fondazione.
Solo negli anni ’80 videro la luce i due sequel – L'orlo della Fondazione e Fondazione e Terra –, grandi successi di pubblico, che continuano a narrare delle vicende e dello sviluppo del Piano Seldon.
Però, durante la stesura, qualcosa andò storto: Asimov non ebbe più idee per l’effettivo svolgimento della storia, così, tra il 1988 e il 1993, furono pubblicati i Prequel: Preludio alla Fondazione e Fondazione anno zero (pubblicato postumo), che fungono non solo da approfondimento per la nascita della psicostoria e alla caduta dell’Impero Galattico, ma per dare un degno epilogo ad uno dei cicli più interessanti che siano mai stati pubblicati – sebbene, com'è ovvio che sia, presentino delle notevoli differenze a livello stilistico.



In ogni libro di Asimov non si trova solo la fantascienza, ma una miriade di riflessioni su ciò che compone la società – tra cui dilemmi etici, religiosi, politici e diplomatici – senza per forza far entrare in campo alieni e forme di vita sconosciute. Ed è questa la forza dei romanzi di Asimov: descrivere magistralmente uno spaccato di vita che, proprio come dice la psicostoria, è prevedibile quanto futuribile e che fa davvero pensare a che ne sarà dell’umanità.










Si ringrazia la CE Mondadori per l'invio del libro digitale





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|REVIEW PARTY| Figli di virtù e vendetta - Tomi Adeyemi

giugno 09, 2020








Dopo aver combattuto contro l'impossibile, Zélie e Amari sono finalmente riuscite a far rivivere la magia a Orïsha. Ma il rituale per risvegliarla si è rivelato più forte di quanto avrebbero potuto immaginare, e ha riportato alla luce non solo i poteri dei maji, ma anche quelli dei nobili che avevano della magia nel loro sangue.
Ora Zélie deve lottare per unire i maji in una terra dove il nemico è potente quanto loro.
Quando reali ed esercito stringono una mortale alleanza, Zélie deve tornare a combattere per assicurare ad Amari il trono e per proteggere i nuovi maji dall'ira della monarchia.

Ma con la minaccia di una guerra civile all'orizzonte, Zélie si trova a un punto critico: dovrà trovare un modo per riunire il regno oppure lasciare che Orïsha venga distrutta da se stessa.
















Figli di virtù e vendetta comincia proprio da dove Figli di sangue e ossa si è interrotto: Zélie e Amari hanno riportato la magia su Orïsha, ma qualcosa è andato storto. In un mondo diviso dalla tirannica oligarchia che vuole mantenere a tutti i costi il controllo sulle terre di Orïsha, Zélie si troverà a combattere per far sì che Amari salga sul trono. 
Ma riuscirà a impedire la guerra civile?



Tomi Adeyemi ritorna nelle librerie italiane a due anni di distanza da Figli di sangue e ossa con il secondo capitolo della Legacy of Orïsha e, grazie alla sua penna fresca e incredibilmente scorrevole, continua ad ammaliare e catturare i lettori con le sue descrizioni curate e vivide.
In Figli di virtù e vendetta, come suggerisce il titolo, ci si concentra molto su questa tematica: si scava nell'animo di una Zélie più coriacea e devastata dall'epilogo del volume precedente, che cerca la vendetta per ciò che i tradimenti e gli inganni le hanno portato via. Anche Amari è giocoforza cresciuta, anche se il retaggio continua a farsi sentire, così come il peso delle ovvie responsabilità.
In un rollercoaster emozionale, in cui la fa da padrone il dolore della perdita, l’odio, il volersi ribellare alle ingiustizie e la rivalsa – oltre che essere un volume dal ritmo serrato e ricco d'azione –, si esce dalla lettura con il desiderio di scoprire cosa l’autrice riserverà nel prossimo capitolo – complice un ottimo finale che lascia totalmente spiazzati.  



Consigliato, naturalmente, a chi ha letto già il primo volume e a chi cerca una buona serie da leggere ricca di magia e personaggi dai tratti molto umani, Figli di virtù e vendetta continua nella sua missione di accettazione del diverso e di denuncia al razzismo, fornendo numerosi spunti di riflessione – specialmente se rapportati all'attuale contesto storico.









Si ringrazia la CE Rizzoli per l'invio del libro digitale





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|REVIEW PARTY| Hunger Games. Ballata dell'usignolo e del serpente - Suzanne Collins

giugno 03, 2020







L'AMBIZIONE LO NUTRE, LA COMPETIZIONE LO GUIDA, MA IL POTERE HA UN PREZZO

È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games. A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l'unica, esile, possibilità di riportarlo all'antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria. Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi. I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D'ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l'arena avrà luogo un duello all'ultimo sangue, ma fuori dall'arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.























Sessantaquattro anni prima degli Hunger Games che hanno rivoluzionato le vite di Katniss, Peeta, Gale e Prim, c’era un giovane Coriolanus Snow, un orfano che vive con la nonna e la cugina e che sogna di riportare il nome degli Snow di nuovo ai fasti di un tempo. La possibilità si concretizza quando viene scelto come Mentore del Tributo Lucy Gray Baird, del sempiternamente sfavorito Distretto 12.
Ma cosa succede, quando l’ambizione supera l’evidente svantaggio?



Suzanne Collins ci riporta, a distanza di anni, a Capitol City, e lo fa in grande stile, arricchendo la storia di Panem con la decima edizione degli Hunger Games – sempre orribili, ma di gran lunga più raffazzonati e in cui la miseria la fa da padrone.
La domanda più ricorrente riguardo a La ballata del serpente e dell’usignolo è questa: ce n’era davvero bisogno? La risposta è semplice: No, ma
Il “ma” è il fattore nostalgia per chi ha amato la Trilogia, per il resto il romanzo è un mezzo per far conoscere meglio il futuro Presidente Snow, l’uomo che ha provato in tutti i modi a distruggere Katniss e la ribellione. Si segue la sua crescita, si scava nel conflitto interiore, e si crea il background di un personaggio che, sappiamo bene, verrà odiato a morte da tutti.
Ciò è da considerarsi abbastanza, tanto da dedicarci un libro a sé?
No, e senza nessun “ma”.



Anche se presenta degli evidenti problemi di eccessive descrizioni a sfavore della caratterizzazione dei vari personaggi, questa è una lettura che, pur non essendo imprescindibile, arricchisce l’universo magistralmente creato dalla Collins, ottimo come introduzione al capolavoro che è la Trilogia.









Si ringrazia la CE Mondadori per l'invio del libro digitale





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